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Ho preso Orazio in compagnia; Orazio, per far la corte a te, che me lo hai citato; nella edizione civettuola del Murray, per far piacere a me, che amo tanto veder belli i libri buoni. Quel caro Orazio è il più vario di tutti i poeti del mondo: ha tutte le corde della lira; c'è Pindaro, in lui, ed Anacreonte, Saffo, Simonide, Alceo, e chi sa quanti altri smarriti della greca antichit

Lo zio Giacomo richiuse la finestra, e si diede a camminare in su e in giù nella stanza del figlio assente. Sulle pareti, sui tavoli, sul caminetto, sugli scaffali, stavano delle fotografie: Nunziata Villari, nella parte di «Teodora» in rigide vesti regali. Nunziata Villari nella «Cleopatra», vestita di soli gioielli. Nunziata Villari nella «Margherita Gauthier», in camicia da notte o così parve ai torvi sguardi dello zio Giacomo. La Villari da «Norah», la Villari da «Saffo», la Villari da «Francesca»... Più in l

La Saffo non ottenne mai a Parigi un successo completo. La egregia Sannazzaro volle farsene interprete al teatro degli Italiani verso l'anno 1853, ma anche quest'ultima prova noa valse a rendere accetto lo spartito al pubblico francese. Vuolsi avvertire che la bella e appassionata interprete del capolavoro di Pacini accusava fino d'allora un sensibile deperimento de' suoi mezzi vocali.

Si supponeva che se tale vizio era inveterato nelle Lesbiche, esse vi fossero spinte dalla loro natura stessa, per liberarsi da un intollerabile prurito; giacchè, si diceva, che elleno avessero una clitoride troppo prominente, la quale impediva loro di aver commercio cogli uomini. Oltre la celebre Saffo, di cui parla Ovidio, vi fu un’altra tribade ancor più famosa per nome Megilla.

Dopo aver salutato il fratello e la cognata domandò: Dov'è Saffo dai capelli di viola? Clarissa gli spiegò che non era ancora arrivata. Allora egli fece il broncio e suonò il pianoforte tutta sera, mentre Carlo russava sul canapè. Clarissa, volgendo gli occhi dall'uno all'altro, si domandava quale dei due la insultasse di più.

Ed Eselkopf mutò senza esitare le forme: perché, secondo lui, Saffo, artista liberissima e capricciosissima, in un tempo in cui non esistevano regole grammatiche, avrebbe dovuto scrivere in dialetto eolico obbligato.

Adesso poi l'hanno presa anche con Omero. Ed ecco come. Corinna, emula di Saffo, gli antichi la chiamarono mosca, e non certo per dimostrarle soverchia ammirazione. Quello che di lei conoscevamo fino a poco tempo fa era davvero troppo poco per valutare la convenienza di tale epiteto; ma nel 1906 uno dei famosi papiri ci diede un paio di frammenti abbastanza importanti.

Dalla visita al Quirinale in poi, ogni mattina alle otto, il cioccolatte e le lettere di Nancy le venivano portate da Adele stessa, che considerava un ufficio d'onore il poter servire la piccola Saffo d'Italia. Entrava piano, in pantofole e vestaglia, colla lunga treccia nera pendente, e poneva il vassoio accanto al letto di Nancy; poi apriva le imposte e veniva a sedere presso la cuginetta.

Come ricordava quella sera! Gli pareva ieri!... Si dava la «Saffo» di Daudet; e Nino era andato con la zia Carlotta e la cugina Adele in un palco di proscenio. Nel secondo atto egli rideva con Adele della veemenza della scena d'amore quando, all'improvviso, si accorse che la Villari lo guardava. , guardava lui! Lo fissava con grandi occhi penetranti, lungamente, deliberatamente, mentre Jean le singhiozzava ai piedi. Poi ella pronunciò la famosa frase del Daudet: «Toi, tu ne marchais pas encore que moi déj

Gli Adamiti, facevano risalire le loro dottrine al primo uomo, non proscrivevano la donna come gli eredi di Caino e di Saffo. Il loro capo Psodicos, ebbe l’audacia di permettere e di prescrivere la copula pubblica fra i due sessi.