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Aggiornato: 13 maggio 2025


Sul cominciare dell'anno decorso trovandosi il Guerrazzi con parecchi suoi antichi amici gli occorse Massimo Mautino reduce di Toscana dove andò compagno a Massimo d'Azeglio, il quale gli disse: sicchè i tuoi Toscani sono innamorati del Granduca, e a quanto sembra senza di lui vogliono fare possono Il Guerrazzi gli domandò donde avesse ricavato cotesti ragguagli, e quegli gli disse i nomi, i quali per buoni rispetti si tacciono, chè seminare scandali, e favellare per ripicco io non voglio. Lorenzo Valerio tratto in disparte il Guerrazzi lo interrogò: e fia vero? Non è vero, questi rispose, ma qui sotto gatta ci cova, piglierò lingua, e t'informerò. Allora scrisse in Toscana, e seppe con sua maraviglia come cotesta opinione portata in Toscana bella e fatta da Torino volesse imporsi da taluni della setta dei moderati al popolo, che ne abborriva; di ciò tenne ragguagliato Valerio; e considerando poi come la materia meritasse grave investigazione riscrisse ordinando le ricerche alle varie contingenze, che o si facesse forza ai Toscani, o fossero questi lasciati in arbitrio della scelta, o un po' si lasciassero liberi e un po' si costringessero: ottenuta la risposta statuì scriverne direttamente al conte di Cavour, e lo fece a un bel circa in questi termini: «avere deliberato starsi alieno da ogni faccenda pubblica, ma accorgersi che lo intelletto nei suoi propositi non aveva tenuto conto del cuore. Forse con tre braccia di terra sul capo potrebbe quietarsi quando si agita la causa della Patria; confessare alla ricisa che la sua mente andava ingombra di paura; sicchè vedeva apparecchiarsi tali prove, non vincendo le quali sarebbe grazia di Dio rimanere morti: paura perchè gli pareva che il muro si tirasse su fuori di squadra. Il Piemonte, mercè sua, rappresentava adesso le sorti italiane; fin qui gl'Italiani non avergli conferito il mandato con la bocca, bensì col cuore: ora premere glielo dessero con la bocca, con le braccia e con qualche altra cosa ancora. I Toscani uniti in un solo volere non desiderare altro, che questo, ma non comprendere come lo potrebbero fare: unitevi con noi, si dice loro da un lato, e dall'altro: non fate rivoluzioni. Ora conoscendo i Toscani la materia, che hanno tra mano, sentono che cotesti concetti si contrastano irrimediabilmente fra loro. Per chiarirsi domandarono lume, ed ebbero per norma il consiglio di agitare per ottenere la renunzia del Granduca in pro del Principe ereditario il quale, restituito lo Statuto, farebbe causa comune col Piemonte. Questo partito per avventura arridere al signor Conte non tanto pel soccorso materiale, quanto pel credito, che darebbe alla impresa la vista di un arciduca in contrasto con la sua casa per le faccende d'Italia; e forse garbava eziandio allo Imperatore dei Francesi o perchè memore della parzialit

Quegli uomini, che, caduti talora in cattiva disposizione di salute, non ponno soffrire le regole che loro prescrive il prudente fisico, e che anzi tutto ciò che loro piace si figuran salubre, e come diceva Tacito: «Imminentium periculorum remedia putant ipsa pericula», onde si bevono poco a poco volontariamente la morte e per lo meno si rendono perpetua l'infermitá, sono, per mio credere, poco dissimili a quei principi, che, pensandosi far guadagno sulle lor zecche, si lasciano indurre, dalle offerte de' partitanti o da' ricordi di poco in questa parte intendenti consiglieri, a dar mano a quel presente lucro che sembra loro evidente e palpabile, e permettere errori massimi nelle zecche medesime e nelle monete, che fanno balzar di subito le valute d'ori e d'argenti piú alto; e non si avvedono esser molto maggiore il pregiudizio che a' lor popoli ed al proprio erario ne risulta, di quello che sia stato l'utile che ne hanno incautamente ricavato.

Il re è anzi povero che no di danari. Non riscuote dazio di roba alcuna. Ma le arti contribuiscono un tanto per uno, e la rendita sua è di terreni propri di certa contribuzione fatta dalli possessori dei beni stabili, e dal ricavato dalle miniere di stagno, di ferro et di rame che vi sono ricche, e da miniere di turchesi e lapislazzuli da' quali si fa l'azzuro e l'oltremarino da noi tanto stimati.

Aveva lasciato erede universale Gianni Carpi, il solo onesto fra gli anarchici; il solo veramente povero ed audace tra di loro, coll'incarico di usare dell'asse ereditario soltanto per scopi di partito, per diffondere l'anarchia. Gianni Carpi avrebbe fatto un buon uso di quel danaro e del ricavato dei mobili; non avrebbe tenuto nulla per . Egli non dubitava della di lui onest

O miei vasti disegni! o speranze! o veglie di meditazione indarno! Ben era morto l'aspetto d'Italia, nondimeno ebbi fede che un atomo di vita le si conservasse nel cuore; osai stendere la mano alla prova, ne ho ricavato la certezza dolorosa che da gran tempo la stringe ghiaccio di morte. Italia è spenta tutta per sempre. Maestro!

Il Picchiasodo, che stava allora per bere a sua volta, si trattenne, col bicchiere a mezza strada, e guardò il suo ospite con aria che voleva dirgli: tirate innanzi, risponderò poi. E nell'estate scorsa proseguì il Sangonetto, il vostro capitano generale non ne ha ricavato un'altra, con utili notizie e consigli, che ha incontanente seguiti?

Serrò, sprangò la porta; poi cavata una borsa fe' scorrer sulla tavola parecchie monete d'oro: erano il ricavato d'un'asta giudiziale, ch'egli aveva fatto tenere in quella stessa mattina per ricattarsi d'un suo credito.

La caratteristica più notevole nella donna pubblica è quella di ruinare gli uni (amanti-clienti) per sperperare il ricavato, e spesso ruinarsi a sua volta con un altro, il così detto amante di cuore. Queste donne che non sentono nulla, sacrificano tutto al possesso di colui il cui contatto può risvegliare in loro una sensualit

E dappoi che questa era il solo frutto che io m'avessi ricavato dal breve commercio e dalle rare peregrinazioni venatorie, e la sola virtù che potesse darmi aria di cacciatore, non è a dire come io me ne deliziassi. Ma pare che il rimedio non fosse opportuno, o ne avessi inavvedutamente esagerato la dose, perchè il dispetto d'Augusto crebbe fino alla stizza.

Io credo che il Cavallotti sia stato, tra gli autori drammatici italiani, colui che abbia ricavato un maggior compenso dai suoi lavori. Mi è stato detto che non si contentava dei decimi; richiedeva anticipazioni a fondo perduto, sicuro che le sue commedie e i sui drammi potevano contare su la benevolenza del pubblico. Non sar

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