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Un giornale era necessario. Senza di esso sarebbero stati calunniati, schiacciati. Non si domandarono neanche chi di loro sapeva scrivere o chi di loro sapeva mettere assieme un foglio qualunque. L'esperienza li avrebbe fatti andare sulle pedate degli altri. Il loro partito era nuovo e nuovi dovevano essere gli scrittori. Non si trattava di scrivere in ghingheri. Si trattava semplicemente di dire chiaro e tondo che cosa volevano, dove tendevano, a che cosa aspiravano. Non altro. E il Fascio Operaio voce dei figli del lavoro il 29 luglio 1883 era gi

Oh disse Marco esasperato, questa donna, ed additava Camilla seduta in un ampio seggiolone in fondo alla stanza, ha avvelenato Gabriella, perchè salvò la vita della duchessa!... Donna Livia? domandarono insieme il conte e Dal Pozzo. ! mormorò Federico. Donna Livia le deve la vita? disse il conte avvicinandosi a Gabriella. Ed io, che tanto sospettai di lei.... Oh sventurata!

La conclusione sorprese, e tutti compresi i suoi intimi si domandarono la ragione del discorso. Si avrebbe potuto cercarla nel livore contro qualche collega suo e contro alcuni organizzatori dei Fasci suoi nemici politici e personali; ma escludendo pure questi moventi non belli si può ammettere che l'onorevole Nasi fu spinto a parlare dal desiderio di lanciare qualche freccia all'indirizzo dell'on. Crispi, e dall'altro non meno ardente di difendere l'antico ed amato ministero dell'on. Giolitti, e sopratutto fu mosso dalla patriottica e generosa preoccupazione di annunziare alla Camera che ai mali d'Italia e forse dell'umanit

Alle otto venne il carceriere a domandarci se volevamo qualche cosa. Quasi tutti gli domandarono se non era tempo di liberarci. Ci disse di fare presto, che lui aveva tre camerotti zeppi di gente che aveva fame. Allora fu una gara, e il carceriere dovette pregarli di andare adagio. Chi comandava del caffè e dei sigari, chi del pane e salame e chi una frittura di fegato col limone.

Don Diego passeggiava nel salotto a passi lenti, evocando nel suo spirito le mille ricordanze degli anni passati a Lauria con sua sorella, quegli anni di pace, di studio, di miseria e di rassegnazione, quando il campanello gemette sotto due colpi netti e decisi. Cosa è ciò! si domandarono al tempo stesso Don Diego e Concettella. A quest'ora. A quest'ora!

I carabinieri ci accolsero con tutta la gentilezza immaginabile, ci domandarono, se si aveva bisogno di qualche cosa, e noi che, come uomini, dopo tante ore disagio si aveva diritto ad avere appetito, ordinammo del salame, del prosciutto e due fiaschi di vino.

«Tregua agli sdruccioli, Contedisse il vecchio «e ponete mente, di grazia, all'estrema sentenza della lettera di Carlo: ei si sconciava all'ultimo, come sogliamo dire; a mal grado delle belle proteste, certa cosa è che le sue intenzioni sono di spogliarci.» «Comedomandarono molti.

Quei due bravi generali non sapevano del Marocco più che dell'Italia, e forse neanche più della loro provincia che del Marocco. Ma prima d'andarsene, ne dissero un'altra assai più comica. Il signor Morteo mostrò loro una fotografia della sua signora, dicendo: Vi presento mia moglie. La guardarono e la riguardarono con compiacenza e poi domandarono tutti e due ad una voce: E le altre?

A qualcheduno l'abbiamo accoccata, e noi siamo sani tutti e tre. Animo, Via! disse il caporal Piras; ripieghiamoci sulle altre sentinelle. I due soldati obbedirono al comando, e appena furono al posto più vicino, ricaricarono i fucili. Che c'è, caporal Piras? domandarono le sentinelle. Una pattuglia austriaca, rispose il caporale. Aspettiamo che si presenti, per mandargli la seconda di cambio.

La Margherita e suo marito lo ricercarono per tutto il casamento, lungo la contrada; ne domandarono a tutti, lo aspettarono fino a tarda sera, poi lasciarono l'uscio della sua stanza aperto tutta la notte, ed un lume acceso, perchè potesse rientrare senza aver paura. Ma Carlo non rientrò. La vigilia del Natale verso il mezzodì una carrozza si fermò all'ingresso del cortile.