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Aggiornato: 23 giugno 2025


Ma a render saldo un edificio di piet

e che lo novo peregrin d’amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more; quand’ io incominciai a render vano l’udire e a mirare una de l’alme surta, che l’ascoltar chiedea con mano. Ella giunse e levò ambo le palme, ficcando li occhi verso l’orïente, come dicesse a Dio: ‘D’altro non calme’.

quand'io incominciai a render vano l'udire e a mirare una de l'alme surta, che l'ascoltar chiedea con mano. Ella giunse e levo` ambo le palme, ficcando li occhi verso l'oriente, come dicesse a Dio: 'D'altro non calme'. 'Te lucis ante' si` devotamente le uscio di bocca e con si` dolci note, che fece me a me uscir di mente;

O Arese, giovine buono, amico vero della virtù e degli amici, giovine che in tempi migliori saresti stato perfetto, ma che nella nostra infame corruttela ti conservasti incontaminato, ricevi un vale da quelli che ti amarono caldamente in vita, e che ora amaramente ti desiderano. Povero Calderari, tu lo amasti, tu lo desideri e tu non hai potuto vederlo, consolarlo! Egli è morto nel fiore degli anni, nella stagione delle speranze, e l'ultimo oggetto che i suoi occhi hanno veduto non è stato un amico. Egli che era degno di amici! Povero Calderari! Mia madre ed io piangiamo sopra di Arese e sopra di te. Seppi da Buttura che tu eri assiduo alla sua porta, che le tue lagrime mostravano la forza del tuo affetto, ma invano. Noi rileggiamo le lettere di Arese, quel che ci resta di lui, quello che rimane in questo mondaccio di quell'anima fervida e pura. Odi quello che egli ci scrisse nell'ultima lettera, dove traspira quasi un presentimento della sua separazione. Egli parla con mia madre e con me, e par ch'egli non abbia voluto darmi l'ultimo addio, se non unendomi con Lei che tutto divide con me, e che abbia voluto così render più sacre per me le ultime sue parole. La lettera è del mese di giugno o di luglio al più tardi: "Ho veduto con sommo dolore partire il mio Pagani. Mi rimane Calderari, che è un angelo. È veramente degno di miglior sorte e di.... Le sue disgrazie, che egli soffre con animo veramente forte, mi stringono a lui più fortemente, e mi servono di un grande esempio. Oh Giulia, Giulia! non è così rara in Italia la virtù come tu pensi!" E finisce con queste parole che mai non rileggiamo senza un fremito di dolore e di speranza: "Giulia, Alessandro, ci rivedremo certamente. Un giorno, superiori all'umano orgoglio, beati e puri ragioneremo sorridendo delle passate nostre debolezze. Addio." Oh ! ci rivedremo. Se questa speranza non raddolcisse il desiderio dei buoni e l'orrore della presenza dei perversi, che sarebbe la vita? Calderari, noi siamo afflitti di non poter essere con te. Tu sei degno d'aver degli amici, e in noi troveresti del cuore, quello di cui tu hai bisogno. Non posso scrivere a Pagani. Egli pure deve essere conturbato. In verit

Ma il treno andava colla lentezza d'una diligenza sconquassata, e non si soffermava che pochi momenti alle stazioni. Al declinare del sole, lo stomaco cominciò a suonare a soccorso, e a render più fieri gli stimoli della fame dovetti fare un lungo tratto di strada a piedi.

Mad. Mio figlio agli arresti? Com. Madama, ciò è forse la sua fortuna, a quel che dice egli stesso, non teme il rigor della legge, e certamente il suo grado in armata straniera render

Ho deciso finalmente, dopo maturo esame, di attendere il suo ritorno, e di mandarle un bacio appena si presentasse alla finestra. E pensava: se mi render

"Che concedeva a' detti fratelli Medici di potere riscuotere i crediti che avevano nello Stato di Milano, così entrate di beni stabili come entrate pubbliche, e avrebbe fatto che gli ufficiali Ducali non mancassero di render loro buona e sommaria giustizia;

Render solea quel chiostro a questi cieli fertilemente; e ora e` fatto vano, si` che tosto convien che si riveli. In quel loco fu' io Pietro Damiano, e Pietro Peccator fu' ne la casa di Nostra Donna in sul lito adriano. Poca vita mortal m'era rimasa, quando fui chiesto e tratto a quel cappello, che pur di male in peggio si travasa.

2 Alcun la terra e 'l mare e 'l ciel misura, e render sa tutte le cause a pieno d'ogni opra, d'ogni effetto di Natura, e poggia ch'a Dio riguarda in seno; e non può aver più ferma e maggior cura, morso dal tuo mortifero veleno, ch'unir tesoro: e questo sol gli preme, e ponvi ogni salute, ogni sua speme.

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