United States or Jordan ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ho sempre pensato una cosa, Giorgio. Ed è che noi tutti, scettici o credenti, uomini dal cuore vergine o giovanotti precoci, cervelli positivi o cuori ammalati, tutti, tutti portiamo in fondo all'anima un pensiero segreto, segreto anche a noi. È latente, ma ci segue dappertutto, noi lo sentiamo, ne abbiamo la coscienza, ma non sappiamo che sia; è una domanda oscura del destino, è un punto interrogativo gittato all'infinito, è il problema insolubile della vita? Chi sa! Noi ridiamo, scherziamo, piangiamo, viviamo, ma portiamo con noi questa incognita paurosa: ad un tratto, essa ci si presenta continua, evidente, assidua. Ci tormenta, ci tortura, perchè non conosciamo la sua natura, quel che voglia da noi e tremiamo che non sia la nostra felicit

«Tale era l'uomo, che piangiamo estinto, tale il collega che perdemmo irreparabilmente. Ma uomini che, come il Budden, sono l'incarnazione dei più alti ideali dell'umanit

O Arese, giovine buono, amico vero della virtù e degli amici, giovine che in tempi migliori saresti stato perfetto, ma che nella nostra infame corruttela ti conservasti incontaminato, ricevi un vale da quelli che ti amarono caldamente in vita, e che ora amaramente ti desiderano. Povero Calderari, tu lo amasti, tu lo desideri e tu non hai potuto vederlo, consolarlo! Egli è morto nel fiore degli anni, nella stagione delle speranze, e l'ultimo oggetto che i suoi occhi hanno veduto non è stato un amico. Egli che era degno di amici! Povero Calderari! Mia madre ed io piangiamo sopra di Arese e sopra di te. Seppi da Buttura che tu eri assiduo alla sua porta, che le tue lagrime mostravano la forza del tuo affetto, ma invano. Noi rileggiamo le lettere di Arese, quel che ci resta di lui, quello che rimane in questo mondaccio di quell'anima fervida e pura. Odi quello che egli ci scrisse nell'ultima lettera, dove traspira quasi un presentimento della sua separazione. Egli parla con mia madre e con me, e par ch'egli non abbia voluto darmi l'ultimo addio, se non unendomi con Lei che tutto divide con me, e che abbia voluto così render più sacre per me le ultime sue parole. La lettera è del mese di giugno o di luglio al più tardi: "Ho veduto con sommo dolore partire il mio Pagani. Mi rimane Calderari, che è un angelo. È veramente degno di miglior sorte e di.... Le sue disgrazie, che egli soffre con animo veramente forte, mi stringono a lui più fortemente, e mi servono di un grande esempio. Oh Giulia, Giulia! non è così rara in Italia la virtù come tu pensi!" E finisce con queste parole che mai non rileggiamo senza un fremito di dolore e di speranza: "Giulia, Alessandro, ci rivedremo certamente. Un giorno, superiori all'umano orgoglio, beati e puri ragioneremo sorridendo delle passate nostre debolezze. Addio." Oh ! ci rivedremo. Se questa speranza non raddolcisse il desiderio dei buoni e l'orrore della presenza dei perversi, che sarebbe la vita? Calderari, noi siamo afflitti di non poter essere con te. Tu sei degno d'aver degli amici, e in noi troveresti del cuore, quello di cui tu hai bisogno. Non posso scrivere a Pagani. Egli pure deve essere conturbato. In verit

Ed ora (proseguiva il valoroso Fiorentino, prodigo di lodi come un segretario e di frasi come un accademico) ora piangiamo estinto Nicolao de Lira l'autore della Postilla Perpetua sopra tutta la Bibbia, e del Commento, opera di tanta lena, che a stento crederanno i posteri le abbia potute un uomo terminare. A questo augusto concilio di dotti, non altrimenti che a Bologna, ricorrono prelati e citt

Pochi uomini discesero nella tomba, accompagnati siccome quegli di cui piangiamo la perdita da sommo e universale rincrescimento. Ma più memorabile sua ventura fu quella che s'infervorasse l'amicizia intorno al suo cadavere, contro la sentenza d'Euripide, il qual dice: Nessuno fra gli uomini serbasi fedele amico alla tomba.

Ma dove era io rimasto? Attendete... alla Parca. Ora dunque la Parca ci fila giorni di lana nera, mescolati con altri pochi di colore di oro; il senno umano sta nel separarli: piangiamo nei tristi, esultiamo nei lieti, altrimenti convertiremo la vita in uno eterno ufficio da morti.

amoreggi, viaggi, scrivi, e godi il tuo sommo diletto lasciando correre il pensiero negli aerei campi dell'Idea . Ozio è questo, o fratelli: Piloncino ne ride, e noi due ne piangiamo, improvvisando la nostra elegia. Oh, povera Elegia! Ora t'innalzi, ora strisci nella polvere, e non somigli a nessuna.