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Aggiornato: 29 luglio 2025
A me piace, soggiunge breve don Giacomo. Ma voi non la pensaste sempre a questa maniera; per parte mia non mi rimuovo, e come pensai altra volta penso anche adesso intorno a messer Ludovico: fantasie, superstizioni, stranezze, amori, battaglie, buone o ree passioni, pianto, riso, terra, cielo e inferno, tutto cantò quel benedetto ingegno: chi più di lui assomiglia alla natura sempre varia, e sempre bella? Vedetelo come nuvola di estate dondolarsi gaiamente fra gli aliti della sera, e ad ogni momento mutare di forma: guizza per un mare di piacere, e, a modo del delfino, ad ogni scuotere di squamme egli cambia colore. Parlando del poeta quasi mi pare diventare io pure poetessa, dacchè i suoi versi passando per la mia memoria vi scuotono l'ale pregne di poesia. Ditemi, in grazia, Armida forse non emula Alcina? Sì certo; ma in poema così solenne, come pretese comporlo il signor Tasso, cotesto colore sfacciato offende; mentre nei vispi canti di messer Ludovico diletta, e piace: arrogi che diavoli e streghe, incanti, e selve custodite da demonii femminini quanto mi talentano nell'Orlando, perchè davvero vi stanno come in casa propria, altrettanto nella Gerusalemme m'increscono. L'Ariosto parmi meglio avvisato del Tasso, perocchè il primo cotesti errori schermendo s'ingegni bandirli dalla mente del popolo; mentre il secondo favellando sul sodo, ve li conferma. Ora nei poemi solenni il buon poeta deve valersi della religione depurata dagli errori vulgari, non gi
Vedo che l'amico Eugenio non mi ha ingannato, e che le tue pretese sono modeste. Per mia parte non esigo molto; non ho moglie, non ho famiglia. Terrai puliti gli appartamenti, mi appresterai ogni giorno un paio di piatti e una buona minestra, custodirai la casa quand'io andrò fuori.... Insomma. Insomma, non serve che Lei mi dica altro. La servirò come ho servito per un anno il signor pretore....
In forza di un dispaccio del duca di Lodi, cancelliere guardasigilli della corona, fu convocato straordinariamente il Senato nel giorno 17 aprile. È rimarcabile che di un affare, a cui si pretese di attaccare un sommo mistero, se ne parlasse contemporaneamente ne' caffè, e piú nella platea del teatro della Scala, e che i soli senatori ne fossero all'oscuro, come quelli che tali luoghi non frequentavano. Fu letto un messaggio del duca di Lodi in cui, dopo aver fatto un quadro per verit
Bryce osserva che l'Impero tedesco ed il suo Imperatore si trovarono di fronte all'usurpatore Napoleone nella stessa situazione, in cui si trovò l'Impero bizantino, quando Carlo Magno usurpò la corona di Costantino. Ma Vienna o Regensburg fece meno opposizione al conquistatore ed alle sue pretese di dominio mondiale, di quello che non aveva un giorno fatto Bisanzio.
Il conte Jacopo, per darvi un'idea del personaggio, anche fisicamente considerato, era vecchio, ma d'una vecchiezza ancor verde e non senza pretese. Rapato la testa, rase le guance, senza ombra di baffi sotto il naso, era una figura di cortigiano del buon tempo, in cui si era dovuto rinunziare alla parrucca incipriata, ma si protestava sempre (molto innocentemente, per verit
Egli era solo. «Vi ho fatta chiamare,» le disse, «per sentire se vi decideste infine a smettere le vostre ridicole pretese sui beni di Linguadoca. Mi limiterò per ora a darvi un consiglio, benchè potessi imporre ordini. Se realmente siete stata in errore, se realmente avete creduto che quei beni vi appartenessero, non persistete almeno in questo errore che potrebbe diventarvi fatale.
S'ella avrá ben danzato ad una festa, e l'andrienne si sentí lodare, questo le basta a uscir fuor di se stessa e a giudicarsi qualche monarchessa. Come mai non v'ammazzan le pretese c'han sopra voi per quanto lungo è l'anno? a quelle ciarle, a quelle lor contese come non affogate dall'affanno?
Soggiunse ch'era contenta di andar meco a Venezia come mia moglie, altrimenti ne avrebbe avuto paura, tale era l'impressione strana che ne serbava. Non volle spiegarsi di più; pretese di aver detto anche troppo; poi mi appoggiò il viso ad una spalla e mormorò che si sarebbe spiegata a Venezia.
Domenica 23. Di buon mattino si comincia a veder arrivare qualche bue, ma i loro padroni accampano nuove pretese, dicendo le casse più pesanti di quanto credevano, volendo essere pagati anticipatamente, e così gridano, strillano, questionano, che davvero sar
«Firmate questa carta,» ripetè Montoni con maggiore impazienza. No, mai,» rispose Emilia; «il vostro procedere mi proverebbe l'ingiustizia delle vostre pretese, s'io avessi ignorati i miei diritti.» Montoni impallidì dal furore; gli tremavano le labbra, ed i suoi occhi fiammeggianti fecero quasi pentire Emilia dell'ardita sua risposta.
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