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Invece di quell'arcano, di quell'intimo poema, fatto di realt

Ed io medito il buon consiglio, senza che nessuna me l'abbia dato. Sai a che penso io? A scrivere il mio buon poema, che le sciocche gelosie dei tre satelliti mi hanno in mal punto interrotto. Facendo venir me a frastornarti dell'altro, non è vero? soggiunse Filippo. Che dici? Posso ben lavorar di mattina, e far molto; specie se tu hai sempre l'uso di covare il letto.

Il vecchio poema latino del cardinale Giacomo Stefaneschi, ci descrive l'omaggio degli israeliti reso a Bonifacio VIII nel 1295: «Ecce, super Tiberim positum de marmore pontem Transierat, provectus equo, turrique relicta De campo Iudaea canens, quae caecula corde est, Occurrit vesana duci Parione sub ipso, Quae Christo gravidam legem plenamque sub umbra Exhibuit Moysi, Veneratus et ille figuram.

Non fa d'uopo d'occhiali per vedere nettamente che la lettura della Divina commedia di Dante e de' Trionfi del Petrarca risparmiò alla fantasia di Giovanni de Mena l'incomodo di creare il disegno del suo poema. E che altro fece egli, a dir vero, se non che tener dietro alla immaginativa de' due italiani, cambiando il luogo della scena in cui collocò il suo mondo allegorico?

Gli spettatori seguivano le peripezie del poema con passione intensa.

E così, per dare alcuni altri pochi esempi, ecco «la giornata simmetrica che si dissolve nel circolo del tempo», «gli amici, figure scialbe divenute più pallide in quell'ora di porpora», ed ecco imagini anche più inquietanti: «Egli avrebbe potuto comporre un facile poema, se avesse avuto l'espressione letteraria e la pazienza d'arrestare gli scoiattoli molleggianti sulle branche della fantasia». «Era dunque possibile che le agili e bianche dita salissero al corpetto e intonassero la sinfonia classica dei bottoni che si slacciano?».

Questa allusione al poema autografo fece chiaramente comprendere ad Aldo che era impossibile che sua moglie, la celebre poetessa, potesse tenere un negozio. Sospirò, e disse: Ho quasi idea di tentare Montecarlo. Non ci sono mai stato, ma De Cesari, quel mio amico genovese, mi ha detto di un magnifico sistema. Perchè non se ne serve lui allora? disse Nancy. A vederlo, si direbbe che ne ha bisogno.

Ma la vera idea del suo poema Dante non la derivò da altro che dal suo animo nobile e caldo di generosa onestá. «Egli da solo concepí e mandò ad effetto il disegno di creare la lingua e la poesia d'una nazione, di rivelare le piaghe politiche della sua patria, di mostrare alla Chiesa ed agli Stati d'Italia come l'imprudenza de' papi e le guerre intestine delle cittá e la conseguente introduzione di eserciti stranieri trarrebbero seco di necessitá la devastazione e la rovina dell'Italia.

Pensate un po', infatti, al tipo del letterato italiano, quale, delineatosi fin dagli albori della nostra vita nazionale, s'è poi mantenuto sino agli ultimi tempi. Dante scrive trattati teorici di letteratura, di lingua, di politica e di scienze, e compone la Vita Nuova, il Canzoniere e la Divina Commedia. Il Boccaccio si sprofonda nella piú minuta e riposta erudizione, e dalla vita piú libera e godereccia toglie i colori pel suo libro immortale. Petrarca è padre dell'umanesimo, veglia le notti a decifrare codici, scrive lettere e libri e un poema in latino; e la piú sottile e viva psicologia, il piú raffinato sentimento musicale ispirano le rime d'amore a cui deve la sua fama perenne. Poliziano inizia la filologia, usa come lingue native il latino e il greco; ma gli studî e le cure minute non ottundono la sua sensibilit

O padre Alighieri! esclamò Bartolomeo Fiesco. Tu ci sei passato, di qui, esule pellegrino; e li hai veduti, i miei maggiori, ed uno di loro hai fatto parlare nel tuo sacro poema. Li hai veduti, e certamente ti sei maravigliato che non sapessero contentarsi della potenza loro, gi