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Aggiornato: 24 luglio 2025
Quando fu su, l'uscio lo trovò subito. C'era nel mezzo, in alto, un biglietto di visita: Edita Schönfeld e sul nome una corona di contessa. Pietro Laner vide subito anche il bottone lucente del campanello, ma non lo toccò.
La selvetta dell'Ercole, la Madonna del Sole, l'albergo della Corona bianca, a Castellanzo, dove la duchessa e il Laner si recavano spesso a colazione, eccitavano la fantasia di tutti i novellieri rustici e sboccati del paese. E Pietro?... Pietro amava. Era imprudente, pazzo, colpevole: amava. Il passato, come l'avvenire non esistevano per lui: viveva soltanto per il presente.
Infatti Evelina continuava a scrivere, Pietro Laner a correggere le bozze, e la Gioconda lo stava a guardare col faccione tondo, beatamente stupido.
Per Dio! mormorò Pietro Laner, sbuffando, battendo i piedi furioso. A noi due! Adesso a noi due, signorina Eleonora! Nora non si fece aspettare: piombò in camera rossa, furente. Cosa c'è? Cosa vuoi? Cos'è successo? domandò colla voce bassa, rotta dalla collera. Pietro Laner le afferrò un braccio e se la tirò vicino, addosso, per fissarla bene in faccia. Chi sono quei due? Chi sono quei due?
Questo andare in giro tutto il santissimo giorno, senza che io sappia dov'è, dove va, cosa fa, non è bello, non è decoroso, non è morale! La gente fa presto a sparlare, e l'onore di una ragazza è subito compromesso. Se quel tanghero del signor Laner non sa imporsi, non sa mettere un po' d'ordine, ci penserò io. Vita nuova!
Matteo Cantasirena era gongolante, e volle regalare a Evelina e a Pietro Laner, tutto il mobilio e le tappezzerie del salotto di ricevimento, per il loro quartierino di sposi: Scegliete, ordinate tutta la roba di vostro gusto dal Vergani; e poi il conto, lo mandi a me.
Era troppo sconvolto, troppo spaventato.... Che viaggio lungo, uggioso per le signore Laner, e come arrivarono tristi e malinconiche alla canonica! Osarono appena presentare a Don Giuseppe "coi saluti particolari del signor commendatore direttor" il bel panettone che Evelina aveva finito col regalar loro, per levarle dai triboli.
Ma Pietro Laner, al quale premeva come agli altri di non lasciar scappare il Direttore, si oppose risolutamente. Ed io?... esclamò con stizza tornando a tirar fuori e a mostrare fra le dita il famoso biglietto da dieci lire. Ed io?... Come fo colla padrona di casa?
Pietro Laner stracciò colle dita tremanti la copertina e le pagine del libro, e subito cercò, cercò avidamente, in ogni pagina.... Niente! Tutta la grande attrattiva era nella copertina; il resto, una raccolta di novellette insipide, tradotte dal francese.
Alcuni giorni, appunto, dopo l'arrivo delle zie da Crodarossa, si erano ripetuti più gravi i primi sintomi; e una domenica, tornati insieme dalla messa, mentre la signora Angelica e la signora Rosa trotterellavano innanzi, passando per le prime nel salotto, Evelina, fermato il Laner sull'uscio, gli aveva bisbigliato in fretta, tutta tremante: Ho paura.... ho paura.
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