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Il prefetto era tornato rigido, serio, impassibile. Il duca di Casalbara è con noi; e la villa di Casalbara è vicina a Primarole, vicina a Castellanzo. Ma come potete assicurare che.... il Casalbara sia con voi?

Non c'è che un mezzo, disse poi sommessamente, e avvicinando il bel faccione tentatore, mentre il prefetto rimaneva rigido al suo posto non c'è che un mezzo per vincere a Primarole e a Castellanzo. Per me.... io me ne lavo le mani; e l'ho scritto anche a Roma. Dov'è impossibile vincere, la lotta è inutile e pericolosa. Primarole e Castellanzo sono due rocche inespugnabili.

Scusatemi, caro voi, rispose con un tremito nella vocetta fessa, che indicava la stizza, io non mi occupo di quello che succede e a Primarole, a Castellanzo!... La mia parte l'ho fatta quando la politica era.... un sentimento!... A Casalbara non vedo nessuno, voglio vivere in pace!

Era, nientemeno, che il capo del partito radicale a Castellanzo e a Primarole: una reliquia autentica dell'aristocrazia in malora, che si era buttato rabbiosamente fra le braccia dei democratici, perchè la gente del suo mondo gli avea voltato le spalle, omai ristucca di aprir la borsa. Bisogna cominciare sul momento l'azione e l'attacco, aveva detto al prefetto Matteo Cantasirena.

La selvetta dell'Ercole, la Madonna del Sole, l'albergo della Corona bianca, a Castellanzo, dove la duchessa e il Laner si recavano spesso a colazione, eccitavano la fantasia di tutti i novellieri rustici e sboccati del paese. E Pietro?... Pietro amava. Era imprudente, pazzo, colpevole: amava. Il passato, come l'avvenire non esistevano per lui: viveva soltanto per il presente.

In pochi giorni le azioni della Cisalpina cominciarono ad essere cercate, specialmente a Primarole ed a Castellanzo, e molti piccoli possidenti del luogo, accecati dal balenìo ammaliante della speculazione, pur di diventare azionisti, davano anche i loro campi e i loro tuguri in ipoteca.

Il pubblico ha diritto di sapere di che genere furono le compromissioni del Bonforti e del Ghirlanda! gridavano gli uni. L'inchiesta non deve arrestarsi alla soglia dei palazzi prefettizi! gridavano altri. E altri ancora: E neppure deve arrestarsi dinanzi alla sagrestia e alla Curia! Fuori tutti i pasticci della fabbricceria di Castellanzo col Fontanella!

E parlò delle vie acquee, dell'Italia settentrionale, della difesa del paese; parlò di Primarole e di Castellanzo, che dovevano essere il centro dei primi studi, del primo movimento della grande impresa; di Pio Calca e del conte Bobboli, che si dovevano portare nelle prossime elezioni contro il Bonforti rettorico e il Ghirlanda paradossale.

Le Risorse Italiche annunciando la visita di S. E. il Ministro dei Lavori Pubblici a Primarole e a Castellanzo avevano proclamato ai quattro venti che sarebbe stata la "festa del lavoro e della concordia". Invece pochissima concordia e molto malumore.

Ormai aveva capito tutto. Sua nipote era innamorata e predicare agli innamorati è come predicare ai sordi: lui non aveva tempo da perdere. Il matrimonio di Eleonora, la Navigazione Cisalpina, le elezioni di Primarole e di Castellanzo, il nuovo giornale Le Risorse Italiche da fondare un giornale giovane, fatto dai giovani e per i giovani non gli lasciavano tregua. Era continuamente in faccende, era continuamente sossopra: ora in visita dal prefetto, dal sindaco, ora a spasso col Casalbara, ora alla caccia del Brunetti, che doveva essere il direttore amministrativo della "Cisalpina" ed ora in lunghi conciliaboli con chi ne sarebbe stato il tecnico, l'architetto Carlo Fontanella, un vanitoso sfrenato, che era gi