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Aggiornato: 17 giugno 2025
E proseguì carezzevole, insinuante: Vedi, Teresa, ho preparato tutto... Alle undici tu fai colazione con me... servita da me... giudicherai tu stessa se so servir bene, se so apparecchiar bene la tavola... Fammi quest'ultima grazia... Non aver paura, Teresa... te lo giuro che saremo soli in tutto l'appartamento... I padroni stanno di sopra... il capitano del genio che aveva una camera vicina alla mia è in licenza... Vieni, vieni.
Tutto l'appartamento aveva uno strano sapore di gioie irrancidite. Ritornai nel salotto. Ettore Caccianimico s'era posto di faccia a Lidia; s'egli avesse inclinata avanti la sedia, le sue ginocchia avrebbero toccate quelle della donna. Diceva: Si potrebbe appunto far così. Ella avrebbe la compagnia di mia moglie, quella de' suoi parenti....
Venite, vi mostro l'appartamento. Da quel salottino bislungo, nel quale non erano che un sof
Pur troppo, signora sospirai , e magari potessi rimediare al malfatto! Semplice disse. Carta, penna e calamaio. Vi detto io. Ora io non ricordo più come avvenne, ma so per certo che per trovare carta, penna e calamaio, io salii con lei, da lei, nel suo appartamento. Venne ad aprire una cameriera. Non ricordo l'appartamento. Mi parve strano e diverso da quello di casa mia. Perchè diverso, non so.
Per una porticina del primo cortile a sinistra del palazzo reale di Caserta si sale a quei mezzanini le cui finestre prospettano la piazza, da un lato, e, dall'altro, una selvetta odorosa del gran parco. Dodici stanze disposte ad angolo retto compongono l'appartamento; bislunghe, basse, poveramente mobiliate. Ivi il dittatore, sulla fine di settembre, trasportò il quartiere generale.
Il conte avea ordinato che l'appartamento del nord fosse aperto e preparato, ma Dorotea, rammentandosi quanto ci aveva veduto, non ebbe coraggio di obbedire: nessuno dei servitori volle prestarvisi, ed esso restò chiuso fino al momento in cui Lodovico doveva entrarvi, momento aspettato da tutti con impazienza.
L'appartamento che avevano preso era anch'esso nella brutta strada della vecchia Praga, perchè così erano più vicine al Professore. Di fronte alla finestra di Nancy era una fila di case gialle, di case grigie e di case rosse. Nancy le vedeva ogni volta che alzava gli occhi dal tavolo.
In fondo alla lunga serie di sale, una più risplendente dell'altra, che formava l'appartamento della marchesa, di cui la sala da ballo era il centro, si trovava un gabinetto quasi sempre deserto. Era un piccolo ma elegantissimo ritiro. Tutto coperto di lampas celeste, con la vôlta carica di dorature, era lievemente illuminato da una lampada d'argento di vezzosissimo disegno, chiusa da vetri smerigliati e appesa ad un cordone di seta, che spandeva una luce misteriosa e leggiera, invogliante alla calma; e rischiarando blandamente i muri celesti del gabinetto, invitava al riposo e insieme alla volutt
L'appartamento di quel secondo piano è piccolo; ha tre camere, la cucina e qualche bugigattolo dei soliti. Le masserizie sono vecchie e malinconiche, segnatamente in una sala più grande, che ha l'aria d'essere il salotto della casa, se si badi ad una tavola quadrata posta nel mezzo e coperta di un grosso tappeto di lana rossa, con due stoini da' piedi; ad un vecchio stipo intagliato, con suvvi una scarabattola di cristallo, nella quale si vede un Gesù bambino vestito di raso bianco, che tiene il mondo in mano; ad un sof
Abbandonò l'appartamento al vico Campanile, prese a fitto un alloggio a San Giuseppe dei Nudi, svestì Concettella della bernia disgraziata di monaca di casa e la presentò come sua sorella. Fra quindici giorni partirebbero per la Sicilia.
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