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Aggiornato: 29 maggio 2025


Basso, tondo, roseo di carnagione, con la pancia sporgente su le gambine un po' curve come quelle di un cavallerizzo, con gli occhi azzurri ma stupidi e la fronte mangiata da capelli folti ed irsuti, don Rocco faceva capire subito quanto poco cervello dovesse essere dentro quella testa piccola a foggia di pera; esso aveva la discrezione di parlar poco e di parlare soltanto di cose di campagna.

V'è a Tangeri un mostro, una di quelle creature su cui non si può fissare lo sguardo, e che gettano per un momento anche nell'anima d'un credente lo sgomento del dubbio. Si dice che è una donna; ma non sembra donna uomo. È una testa d'urango, mulatta, coi capelli corti ed irsuti, uno scheletro colla pelle, coperta di cenci neri, quasi sempre distesa come un corpo morto nel mezzo della piazzetta, o seduta in un angolo, immobile e muta come un'insensata, quando non la molestino i ragazzi, ai quali si rivolta urlando o piangendo. Può aver quindici anni, può averne trenta: la sua mostruosit

Il vecchio sangue ligure, sebbene assottigliato di molto traverso i secoli del feudalismo, tornava a ribollire nelle loro vene; e le braccia poderose e i petti irsuti, erano pronti a dare e a ricevere la morte con animo grande.

Il vecchio pontefice a queste parole declinò la testa, e le sue pupille traverso i sopraccigli irsuti parvero fiamme dietro una siepe di rovi; il cardinale di San Giorgio levò la sua, e con l'angolo esterno dell'occhio sbirciò il papa. I due sguardi parve si cambiassero una parola, e questa per certo fu: Costui bisogna che sia dei nostri...

Qual vien tra' gioghi d'Apennin canuti Per molta neve il cacciator gioioso, S'alfin ritrova de' cinghiali irsuti L'aspro covil tra dure selve ascoso, Tal gode il Turco, e de gli strali acuti Un tinto di licor più venenoso, Pon su la corda, indi traea dal core Fervide voci e ripregava amore: XLIX

Vicino all'uno e all'altro quel povero padre di famiglia che dopo la terribile peripezia d'aver sculacciata la pietra de mercanti, per tentativi che avesse fatti, non gli era mai riuscito di rifarsi un momento, aveva i cenci dell'uno, e la tinta lugubre dell'altro, con due sopraccigli irsuti in aggiunta che celavano a mezzo le pupille, le quali movevano lente e gravi su d'un bianco reticolato di vene sanguigne e sparso di colori biliosi.

Obbediente all'amoroso invito Porsi la mano e molle Trassi alle labbra il tiepido tesoro. Povera capra, addio! Se Dio tien nota, ci vedremo all'ultimo Di Giosafat in qualche ombra romita. Perchè ride, marchesa? Se tra gli umani irsuti arido è spesso Il favellar e il vivere Qual colpa n'ha la capra? Qual colpa il servo suo quando all'altero Riso non ride e l'anima non trova?

Parola Del Giorno

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