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Aggiornato: 9 maggio 2025
Nel medesimo giorno in fatti il senato eleggeva oratore in Persia, collo stipendio di 1800 ducati all'anno, e coll'accompagnamento di dieci persone, Giosafat Barbaro, il quale per essere stato console veneto alla Tana e governatore in Scutari, conosceva perfettamente le lingue orientali .
Et ex nunc captum fuit quod dentur suprascripto oratori ducati 500 et dandi se Catarino pro illius impensis. De parte 157 De non 0 Non sincere 2 Secreta XXV. Cornet, op. cit. Commissione segreta a Giosafat Barbaro. Ser Josaphat Barbaro oratori nostro ituro ad illustrissimum dominum Uzunhasanum.
Allorquando poi Mohammed II, vincitore di Costantinopoli, minacciò i possesi veneti nel levante, e la repubblica strinse alleanza colla Persia contro il comune nemico, andarono in quella regione i veneziani Lazaro Quirini, Caterino Zeno, Giosafat Barbaro, Paolo Ognibene ed Ambrogio Contarini, i quali nelle loro relazioni, nei dispacci e nelle esposizioni fatte al senato lasciarono importantissime descrizioni dei luoghi da essi visitati .
Faceva Ipalca il grugno di bertuccia e rannicchiava il collo nelle spalle, co' detti di Marfisa si coruccia, di Giosafat rammemora la valle. Un riso alla bizzarra fuori smuccia, dicendo: Vatti appiatta nelle stalle. Come concordi, beata Verdiana, la santitá col farmi la ruffiana? Oh, Maria del rosario! rispondeva Ipalca io tutto fo per un buon fine.
«Sarebbe come la valle di Giosafat, lo so.» «Eppoi questa notte medesima io penso di uscir tosto da Venezia, e non tornarvi mai più.» «E farete benissimo, che non mi pare disposta a far nulla di buono per voi.» «Dunque...» «Dunque... ma queste sono voci umane...» «Pare anche a me.» E il Visconti tese l'orecchio, che a qualche distanza s'udiva in fatti il suono di alcune voci.
Forse chi sa che questi miei patimenti non sieno accettati in parte di espiazione!» «No, no: il bianco è bianco, nè il loglio muta natura al buon grano; ogni anima pensi per sè: nella valle di Giosafat ciaschedun vivente risponder
Obbediente all'amoroso invito Porsi la mano e molle Trassi alle labbra il tiepido tesoro. Povera capra, addio! Se Dio tien nota, ci vedremo all'ultimo Di Giosafat in qualche ombra romita. Perchè ride, marchesa? Se tra gli umani irsuti arido è spesso Il favellar e il vivere Qual colpa n'ha la capra? Qual colpa il servo suo quando all'altero Riso non ride e l'anima non trova?
La relazione del viaggio di Giosafat Barbaro continua narrando i costumi, le ricchezze, il commercio, i prodotti della Persia confrontati con quelli d'Italia, e descrive l'esercito e la potenza di quel re.
Con queste commissioni pertanto Giosafat Barbaro partì da Venezia a' 18 di febbraio 1473, e per Zara, Lesina, Corfù, Modone e Rodi giunse a Famagosta il 29 di marzo . Ma quantunque alla repubblica assai importasse il sollecito suo viaggio in Persia, egli dovette fermarsi circa un anno nell'isola di Cipro, essendo tutte le coste occupate dagli Ottomani.
La relazione del viaggio di Giosafat Barbaro fu pure pubblicata dal Ramusio, e, tradotta in latino dal Geudero, fu inserita nell'Historia rerum persicarum del Bizarro.
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