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Aggiornato: 27 maggio 2025


Precipita il cavallo fra le distorte vie: sprona timore chi il caccia e preme, ei vola e pare non senta il doppio peso, appena liba coll'agil piede e balze e valli e passa, e in breve è sotto le mura di Nebiolo. Anselmo diede il solito suo segno e fu riconosciuto dalle veglie: si schiusero le porte, e fu uno stupore, una gioia di tutti nel vederlo di ritorno, mentre ognuno piangeva la sua morte: chi accorreva a riguardarlo, chi se gli faceva incontro e gli baciava le mani e lo stringeva al seno, mentre a tanto amore spuntava sul ciglio al reduce il pianto della riconoscenza. Guidone che gemea sulla sorte del figlio e ne fremea orribilmente in suono di piet

9 I cavallier domandano a Guidone, com'ha pochi maschi il tenitoro; e s'alle moglie hanno suggezione, come esse l'han negli altri lochi a loro. Disse Guidon: Più volte la cagione udita n'ho da poi che qui dimoro; e vi sar

Arse di rabbia Guidone alla fiera minaccia e ordinò che si gittasse dalla sua torre il messo. Stefano che più ritornar nol vide e seppe da' suoi spiatori la fine di costui, si morse per dispetto le labbia agitando vendetta. Bandì nei suoi feudi la condanna d'Anselmo decapitato tra due , e mandogli nel carcere avviso che si apparecchiasse a morire: ei nulla rispose, ma sguardò con fermo ciglio chi glielo annunziava, che vergognando si ritrasse dalla carcere in cui risplendea tanta virtù. Pure perchè l'ira di Stefano più s'accendea a quel silenzio, e di nuovo gli proponeva la vita a prezzo della vilt

95 Marfisa e 'l bon Guidone e i duo fratelli e Sansonetto, pallidi e tremanti, fuggiano inverso il mare, e dietro a quelli fuggian i marinari e i mercatanti; ove Aleria trovar, che, fra i castelli, loro avea un legno apparecchiato inanti. Quindi, poi ch'in gran fretta li raccolse, diè i remi all'acqua ed ogni vela sciolse.

E in Italia, spento Corradino, e con lui l'ardir novello de' Ghibellini, l'usato gioco fe' montar parte guelfa: per la cui riputazione, e del papa, e della vittoria, s'aggrandiva re Carlo; ridendosi ormai de' limiti che la gelosia della romana corte aveagli assegnato nella investitura del reame. Ripigliò in Roma l'uficio di senatore: tornò a comandare in Toscana da vicario imperiale, e a perseguitare senza freno i Ghibellini : saltò in Piacenza: in Piemonte molte cittadi occupò; molte in Lombardia, talchè quivi poco mancò nol creassero principe. Genova dapprima insidiò con gli usciti; poscia assaltò scopertamente con le armi; e innanti che denunciasse la guerra, spogliò i Genovesi che ne' suoi reami mercatavan sicuri: onde se la forte repubblica il fiaccava nelle battaglie di mare, non gli mancò pasto all'avarizia. I suoi intanto, non era violenza o ingiuria che non osassero. Guidone da Monteforte, a Viterbo, nel tempio, tra i riti del sacrifizio di Cristo, levava l'empie mani a trucidare e trascinare Arrigo, principe reale inglese; e, sgridato più che punito, il sacrilego assassino campò. Altri ad altri misfatti si sciolsero, men ricordati dalle istorie perchè versavasi men illustre sangue . Ma la rabbia delle parti accecava gli uomini a questi evidenti mali della signoria straniera; e in que' primi tempi della passata di re Cario, la fece anzi richiedere in varie citt

Un diploma del 9 febbraio 1278 dal r. archivio di Napoli, reg. 1268, A, fog. 63, a t., è indirizzato a Guidone di Alemania giustiziere di Capitanata. Un Bertoldo Alemanno si legge tra i guerrieri di Messina fatti prigioni nel combattimento di Milazzo a 12 giugno 1282, veg. il capitolo seguente. Raimondo Alemanno nel 1287 fu con Giacomo all'assedio di Agosta, veg. il cap. 13.

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