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Invano il Governo, esitante, incerto, pauroso, s'argomentò di frenare tanto impeto. Invano Rattazzi, sulle prime trascinato nel movimento, procurò poi resistere, sicchè, travolto da quella audacia portentosa, dovette ritirarsi. Invano la reazione, capitanata dal nuovo ministero Menabrea, ubbidì al cenno delle Tuileries con dichiarare fuori della legge i combattenti nell'Agro romano.

Dopo la sconfitta di Guda-Guddi, il Governo del Cairo voleva una rivincita, e mandò una seconda spedizione di circa 16,000 uomini, capitanata dal principe reale Hassan pacha.

Gaudenzio dunque avea osservato che dopo d'essere perseguitato e poi abbandonato dalla folla capitanata da Franchi, chi succedeva a questo nelle funzioni di capo-popolo, o piuttosto di capo-bimbi, poichè, come abbiam detto, la folla dei maggiori d'et

Diffatti in meno ch'io vel dica, eran piovuti nel bacile un centinaio di paoli e una ventina di papetti. Finito quello sfogo popolare, l'alta aristocrazia del paese, capitanata da un conte e da un barone, sfilò dinanzi al bacile, gettandovi grosse monete d'argento. Alle otto e un quarto circa, la platea, i palchi, il loggione eran colmi di gente e il bacile presentava l'aspetto più consolante.

«La Giunta Comunale di Castelbuono, presieduta dal sindaco funzionante P. Barreca, vivamente impressionata protesta contro gli atti abusivi commessi dalla squadra volante di pubblica sicurezza capitanata dal delegato Breda, la quale nei giorni 8 e 9 percorrendo la strada che da questa citt

Esito non pari a quello del Sampiero ebbe in appresso il Marchese di Bedmar, nuovo dramma del Revere. E nullameno, questi primi saggi teatrali dati a brevi intervalli da tre elettissimi ingegni, allietarono l'Italia e infuocarono le illusioni facilmente infiammabili degli altri capocomici. Allato della giovine truppa capitanata dal Modena gi

Colla legione capitanata da Missori il gentile e composta di pochi noi lombardi e di romagnoli, partimmo a piedi da Terni per Passo Corese.

Ma nella Settimana Santa del 1857, sorse un grande avvenimento. Tra la Confraternita capitanata da Don Fileno d’Amelio e l’abate Cennamele, coadiuvato dai satelliti parrocchiali, scoppiò la guerra; e ne fu causa un contrasto per la processione di Gesù morto. Don Fileno voleva che la pompa, fornita dai congregati, uscisse dalla chiesa della Confraternita; l’abate voleva che la pompa uscisse dalla chiesa parrocchiale. La guerra attrasse e avviluppò tutti i cittadini e le milizie del Re di Napoli, residenti nel forte. Nacquero tumulti popolari; le vie furono occupate da assembramenti di gente fanatica; pattuglie armigere andarono in volta per impedire i disordini; il conte arcivescovo di Chieti fu assediato da innumerevoli messi d’ambo le parti; corse molta pecunia per corruzioni; un mormorío di congiure misteriose si sparse nella citt

E cosí una prima e minore si chiamò della «Colomba», e guerreggiò e predò in Toscana intorno al 1335; una seconda e maggiore, di «San Giorgio», e capitanata da Lodrisio, fu sconfitta da Luchino Visconti in gran battaglia a Parabiago . E finalmente una detta la «gran compagnia», dopo aver predati i confini di Toscana e Romagna, e minacciata Lombardia, sotto un Da Panigo e un Da Cusano, italiani, e un duca Guarnieri, tedesco sfrenato che portava scritto in argento sulla corazza «nemico di Dio e di misericordia», si sciolse tra per minacce e per danari, e il Guarnieri risalí, quasi uno degli imperatori, a Germania, per indi ridiscendere . E cosí fu costituita questa nuova peste d'Italia.

Scoppiò la guerra civile capitanata da tre facinorosi⁵⁰ che, se per un lato la storia severa ne segnò i nomi con nota d’infamia, dall’altro giusta ed imparziale dovette concedere, che alla libidine di comando era pari in essi, l’amore di patria e l’indomito valore. La prima funesta conseguenza della guerra civile fu lo sperpero e l’incendio di molti granai, per cui la fame non tardò a farsi sentire in tutta la sua orridezza⁵¹. Ma la fame, il ferro, il fuoco, le epidemie che mietevano le vittime a migliaia, valsero a scuotere la costanza degli strenui difensori dell’ultimo baluardo della patria, e ad inclinarli ad accettare le proposte di pace, fatte loro da Tito per mezzo di Giuseppe Flavio gi