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Aggiornato: 5 maggio 2025
Cooperatore delle epidemie era il vaiuolo, inesorabile sformatore di bellezze quanto funesto mietitore di vite specialmente infantili. I visi butterati, così rari oggi, erano ordinarî una volta.
Scoppiò la guerra civile capitanata da tre facinorosi⁵⁰ che, se per un lato la storia severa ne segnò i nomi con nota d’infamia, dall’altro giusta ed imparziale dovette concedere, che alla libidine di comando era pari in essi, l’amore di patria e l’indomito valore. La prima funesta conseguenza della guerra civile fu lo sperpero e l’incendio di molti granai, per cui la fame non tardò a farsi sentire in tutta la sua orridezza⁵¹. Ma nè la fame, nè il ferro, nè il fuoco, nè le epidemie che mietevano le vittime a migliaia, valsero a scuotere la costanza degli strenui difensori dell’ultimo baluardo della patria, e ad inclinarli ad accettare le proposte di pace, fatte loro da Tito per mezzo di Giuseppe Flavio gi
Ed una di quelle donne diceva: «Comprate alla Vergine un cero», ed una soggiungeva: «Portate alla Vergine un fiore»; altre vendevano statuette per le quali si era salvi da tutte le epidemie, altre vi davano, con mezzo franco d’acqua miracolosa, la certezza di ottenere una grazia ineffabile, per voi stessi o per i vostri congiunti... E il mare della moltitudine vi spingeva innanzi, vi sbatteva come un rottame, senza che fosse possibile resistere ad essa; vi premeva in sè, dandovi l’impresione, il terrore, d’essere divenuto uno de’ suoi, irremediabilmente uno de’ suoi, una preda lieve della infinita sua miseria, una povera cosa inerte nel potere immenso della cristianit
Ognuno sa quanto ricorressero frequenti le epidemie in Europa. Nel 1610 la morte nera, aveva imperversato fra gli Svizzeri, donde si propagò nelle valli dei Grigioni, e di l
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