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Aggiornato: 27 maggio 2025


Il Rosso spedì un messo a Guidone a ordinargli che cessasse dallo spargere contro di lui le insane sue grida, e sciogliesse il turbine di guerra che milantava volere portargli a Stefanago per vendicare il figlio.

Mentre la militar baldanza si sparge pe' suoi campi a depredare gli abituri e gli armenti, mentre l'audace nemico lo insulta sotto le sue Rocche, il Nebiolo prepara loro per mille modi la morte. In que' tempi di barbarie tutto concedea la dira legge di guerra, l'animo feroce di Guidone rifuggìa da crudelt

Levato il cruento elmo dell'ucciso, e innalzatolo con barbare grida sulla bandiera, fu la spoglia di Guidone gittata nella fiamma divoratrice che distruggeva l'oppugnata fortezza.

In tanto la mischia cresce e si fa generale; coloro che videro il miserando caso di Bianca alzano grida di orrore: vola d'ogni parte la ferale novella, accorrono guerrieri nell'angusta valle, e in suo sdegno terribile Guidone scende anch'esso anelante di pugnare col nimico.

V'ebbe chi ardì proporre a compor tante liti le loro nozze: Stefano giurò che avrebbe prima strappato di sua mano il cuore dal seno palpitante di Bianca anzichè vederla congiunta ad un Nebiolo; Guidone non rispose che con un amaro sorriso. Non v'era fra i due rivali altra pace che la tomba.

Anselmo era men fiero del padre: talora si dolea di pazze inimicizie, ma si dolea con stesso, chè fora stato alto delitto sulle sue labbra il profano accento nella casa di Guidone; però ispirato dal furore degli avi e degl'insulti presenti, si procacciava pur sempre di vendicare i suoi e portar nocumento al Rosso.

Guidone però rivolto l'animo da ogni vano pensiero di pace, non istava neghittoso, perchè a lui sprovvisto e inerme sovrastasse poi sul capo la nemica spada. Rampognava talora il mite cuore d'Anselmo e rideva di Bianca occupata nel suo dolersi al cielo per le proprie sventure.

Qui ognuno trema, osa col pensiero tentare il futuro, mentre Guidone spargendo strage nell'oste, iva affannoso in traccia del figlio.

Stefano e Guidone aveansi giurato odio eterno fin dall'infanzia: mentre i loro padri erano uniti per comporre una pace, i figli per puerile giuoco discordi, destati all'ira vennero alle mani, e in mostrarono trasfusi l'odio e la fierezza degli avi.

Niuno sentìa più di lui l'altezza de' suoi natali, niuno avea maggior sete d'onori e di gloria, niuno più fermo nell'odio e nell'ira: avea portate l'armi nella Crociata, ed era salito illustre fra più valorosi cavalieri. Guidone era allora signor di Nebiolo: sdegnò seguire la Croce, chè disprezzava uomini e cielo.

Parola Del Giorno

sciolsi

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