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Aggiornato: 18 giugno 2025


Dopo il tornesello di Leonardo Loredan, decretato colla terminazione del 1505 che ho riportala, troviamo bensì nelle memorie di zecca menzione di tornesi qui coniati per il Levante, per la flotta, per Candia, negli anni 1545 e 1548, nonché di bagattini per Corfù nel 1549; ma non saprei veramente a quali monete del doge Francesco Don

Aveva Falco nel frattempo colla sua Salvatrice guasta e rotta una delle navi nemiche che gli erano venute d'intorno, che trovossi costretta a si ritrarre per salvarsi alla spiaggia; la seconda, assai sminuita di combattenti, vedutasi sola contro quella formidabile nave, se ne era staccata, e volgeva precipitosa a raggiungere il grosso della flotta.

Giungeva Gian Giacomo in quel punto alla vista di Mandello, e mirando da lungi i suoi legni azzuffarsi coll'inimico, e la parte più grossa della flotta del Vestarino ferma innanzi a Mandello, presuppose tostamente qual fosse lo scopo del suo avversario nel tenersi in quella posizione, e calcolò ad un tempo non esservi altro partito da prendere che oltrepassare Mandello, gettarsi sulle poche navi Ducali che stavano combattendo contro le sue, affondarle o trascinarle a forza a Lecco, e quivi scendere a terra per dar mano al Carazon a respingere l'Acursio. Trovavasi, quando concepì tale disegno, ad un tiro e mezzo di cannone superiormente a Mandello: il comunicò sull'istante al Pellicione, il quale fatti dare i segnali alle altre navi che seguissero con somma prontezza il Brigantino, comandò alla ciurma di questo progredisse a tutta spinta di vele e di remi alla volta di Lecco. Inoltraronsi velocemente i legni Medicei per alcuni minuti, ma una colonna di fumo che s'alzò alla sponda di Mandello e una palla che cadde nell'acqua a poche tese dalla prora del Brigantino diede avvertimento ai Mussiani che il passaggio sarebbe stato contrastato. Ciò non per tanto le navi s'avanzavano; allora una seconda scarica, da cui vennero lacerate varie vele, scheggiato il bordo ed uccisi due uomini della nave stessa di Gian Giacomo, persuasero questo intrepido condottiero essere perigliosissimo, e non senza certezza di grave danno, l'arrischiarsi colle navi ad un passaggio sotto il tiro retto e vicino di tante bombarde Ducali, che essendo postate a terra, agevolmente coglievano in pieno, come erane un saggio l'ultima scarica sebbene obbliqua e lontana. Vedendo rotto il suo piano, ordinò si calassero le vele e si retrocedesse lentamente a forza di remi, senza rivolgere le prore per mirare qual esito s'avesse il combattimento dell'altra sua squadra che si trovava al di l

Un avviso del Gesuita valeva un ordine, e ben lo sapeva il comandante della flotta; quindi tutte le compagnie di sbarco di tutti i bastimenti, furono con ogni celerit

Offertogli di attendere all'armamento della flotta minuscola rimasta dentro l'Arsenale, egli accettò subito l'incarico, deliberato però ad arruolarsi più tardi nell'esercito di terra, se, com'egli temeva, non c'era da far nulla sul mare. Naturalmente, durante il suo soggiorno a Venezia, egli abitava presso la famiglia, da lui non più riveduta dopo il disgraziato matrimonio della sorella.

E fu questo l'arrivo della siciliana flotta: onde sfavillò Pietro in volto, a vedere nel porto di Barcellona trenta galee, schierate in bell'ordine, dipinte intorno intorno con le armi d'Aragona e Sicilia, luccicanti di scudi e balestre, parate di bandiere, pennoncelli, tende di seta vermiglia su i castelli di poppa; che non s'era più vista, continua il d'Esclot, armata in migliore arredo.

L'imperatore Augusto, conquistato da questa posizione topografica eccezionale, aveva deciso di riparare a Ravenna la flotta dell'Adriatico; di l

Quivi la prima zuffa appiccossi. Difilandosi la maggior nave sopra il ridotto d'Alaimo, impigliasi nelle reti, con sassi e dardi tempestanla i nostri, le gittano i fuochi, le squarcian le vele; e mentre pur tenea la battaglia, saltato il vento a ostro, tutta sdrucita e sgomenata fu forza che si ritraesse, e la flotta con lei. Il perchè tutta la virtù de' difenditori alla parte di terra fu volta; ove terribile e diverso tante turbe portavan l'assalto. Qui a far breccia drizzano i gatti contro la muraglia, o sottentrano a zapparla da pie'; qui ov'è più bassa, appoggian le scale, approcciano le cicogne ; gli altri stuoli co' tiri delle saette fan prova a cacciar dallo spaldo i Messinesi. Ed essi rispondeano virilmente con un grandinar di ciottoli e frecce; versavan olio e pece bollente su i più innoltrati: gittavan massi e fuoco greco alle scale. Nell'ondeggiar della sorte in accanita lotta, ascesero alquanti sul muro; ma non n'ebber che diversa la via della morte, non bersagliati da lungi, spacciati da petto a petto co' brandi. Alaimo sfavillante in volto, corre per ogni luogo, agli steccati, agli spaldi, ov'è maggior l'uopo, ove più aspro il pericolo; sopravvede i movimenti del nimico, regge tutta la difesa, rifornisce gli stanchi co' freschi guerrieri, supplisce l'arme, esorta, e combatte. Con esso i condottieri, i cittadini di maggior nome adopran tutti secondo la prova estrema e disperata: in tutto il popolo è una virtù. «Viva Messina e libert

Quando dalle torri del Castello fu scorta la flotta vittoriosa ritornare a' suoi porti, replicati colpi di bombarda la salutarono, ed al rumore di quelle salve tutte le vicine popolazioni accorsero alla spiaggia per ammirare ed accogliere i vincitori.

Da Melito, ove la divisione Bixio, dopo d'aver tranquillamente ed ordinatamente eseguito lo sbarco, sopportò un forte cannoneggiamento della flotta nemica che ebbe per risultato l'incendio del magnifico piroscafo, il Torino, da Melito, dico, si marciò per la spiaggia occidentale delle Calabrie verso Reggio.

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