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Aggiornato: 15 luglio 2025


Col divinatore affetto materno però non c'è finzione che basti. Mia madre, una mattina, venne da me mentre tentavo, leggendo, di dimenticare quello che giudicavo immane, irrimediabile disastro: e accostatasi, mi battè dolcemente con la mano sur una spalla. Ma non pensi, mi disse, che Fausta, se tu continui così, morir

Fausta, sorretta da un mucchio di guanciali, pallida, con gli occhi infossati e i capelli in disordine, mi accolse atteggiando le labbra a un sorriso dubbio che pareva chiedesse scusa e nello stesso tempo volesse confortarmi.

E una mattina, mentre per desiderio di Fausta noi due ci inoltravamo nei boschetti in cerca dei fiori di campo, lasciai sfuggirmi di bocca: Chi sa che mio padre non avesse ragione di chiamar questa villa «Villa Amara»! Tu la farai divenir tale per tua madre e.... per me! rispose Fausta con insolito accento di tristezza. Mi fermai per guardarla in viso.

Fausta di Montegalda, la quale ancora non poteva persuadersi che «quella stracciona» fosse una rivale, s'era involontariamente prestata a diffondere la leggenda. La ragazza si faceva chiamare Loredana e prendeva un bagno nel latte ogni mattina; mangiava fragole tutto l'anno, e il povero Flopi spendeva un patrimonio per procurargliele durante la stagione invernale.

Fausta, che stava ad ascoltare ridendo anch'essa, dovette credere che io avessi udito quel che Roberto diceva in quel momento, giacchè venne a mettersi al mio fianco per rassicurarmi: Oh, non dubitare! Non sarò mai gelosa del tuo passato. Non c'è di che risposi, senza domandarle per quale ragione fosse venuta a dirmi questo. Tutti gli uomini, ella riprese, affermano così, sul punto di sposare.

Andavo, due giorni dopo, dal dottore del collegio dove Fausta era stata educata. E pregavo anche lui: Mi dica crudamente la verit

Tutt'a un tratto mia madre alzò la voce severa: Dario! Dario! Non ti riconosco, figlio mio! È forse colpa di Fausta? Tua? Della bambina? Io che sono una povera donna quasi ignorante dico: Il Signore ha voluto così! E mi rassegno alla sua volont

Oh, Fausta! Me ne fai accorgere ora tu; non mi è passato per la mente neppure un istante in questi miserrimi mesi! Perchè non hai taciuto? Perchè hai voluto rendermi più infelice? Ero così sopraffatto dal mio dolore che non mi preoccupavo punto del dolore degli altri!... Quel mio sogno distrutto....

Bissi, mio ospite, non mi abbandonava un solo minuto. Tentava di distrarmi, e con gentile avvedutezza mi parlava anche di Fausta; avea capito, col suo cuore d'artista, che questo era l'unico modo di consolarmi un po'. Sapeva poi far deviare con arte la conversazione, se poteva chiamarsi tale quella in cui io dicevo qualche parola, qualche breve frase, e che si riduceva, il più delle volte, a un suo lungo soliloquio. Egli non si interrompeva neppure quando si accorgeva che la mia attenzione gli era gi

Mia madre si fermò su l'uscio, esitante. Aveva su le labbra qualcosa che avrebbe voluto essere un sorriso e che mi parve subito l'anticipazione di tristissimo annunzio. Mamma!... gridai. Fausta sta bene, rispose. E.... feci senza aver forza di proseguire. Rassegnati, Dario!... È una bambina!

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