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Aggiornato: 15 luglio 2025


Gli venne anche il pensiero di Fausta; ma la disgraziata donna s'era in quel periodo di tempo totalmente perduta agli occhi di lui, pel suo strano contegno d'umilt

La vita correva la sua corsa senza freno, superba, indifferente, inconsapevole, travolgendo ed esaltando, premiando e punendo; e il nome di questo o di quello roteava come un palèo. Un giorno sulla terrazza di Lido, un pugno di gentiluomini faceva corona ad alcune dame, la contessa Lombardi, la contessa Fausta di Montegalda, la duchessa di Torrecusa.

Il Bissi mi ripeteva da Desenzano la sua solita domanda: Che fai? E l'arte?... Ne hai smesso ogni pensiero? E mi dava la lieta notizia: Lavoro a un romanzo. E tu, non hai scritto niente? mi domandò Fausta. Hai studiato tanto! Non t'impedisco io, è vero? Ho qualcosa di meglio da fare! risposi. Eppure sarei orgogliosa di vedere il tuo nome su pei giornali, su la copertina di un volume.

Bada, le dissi: non ti chiamerai più Rosa, ma Fausta. E volli baciarla e accarezzarla anch'io. Mia madre, colpita dal tono un po' enigmatico con cui avevo pronunziato queste parole, mi guardò intentamente e mosse le labbra, per farmi una domanda. Non disse motto, e gliene fui grato. È strano! esclamò il dottore, facendo uno sforzo per nascondere la commozione. La gioia stimola l'appetito.

La povera mamma, estremamente commossa, aveva ripreso dalle mani del signor Bardi il ritratto e tornava a guardarlo con viva compiacenza: Ha viso buono e attraente, occhi e labbra bellissimi. Non mi chiedi il suo nome? Chi è quel poeta che ha detto: La rosa, con qualunque nome, sarebbe sempre un bel fiore? Shakespeare, risposi. Questa si chiama Fausta Lenzi.

Da molti mesi non avevo più visto Fausta ridere con tanta scioltezza come alle strabilianti uscite di ogni sorta che Lostini profondeva. Mia madre lo guardava maravigliata, ripetendogli a ogni po': Sempre lo stesso! Rideva anche lui, soddisfatto, con un po' di fatuit

Basta! lo interruppi, un po' indignato di questi minuti particolari che mi parevano sconvenienti anche in bocca di un medico. E, tornato a casa lietissimo del resultato delle due inchieste, dissi alla mamma: Ora tocca a te! Avevo voluto vedere Fausta appena uscita di collegio.

Le porto le notizie, continuò Nino d'Este, ed estrasse dalla tasca un giornale romano che consegnò a Paolino Berlendi. Ti ringrazio di quest'atto di fiducia, disse Paolino. Poco fa, Priùli sosteneva che io non so leggere. Ma fate presto! interruppe Fausta di Montegalda. Ecco qua: «Un'automobile sfasciata».... Mio Dio! esclamò la contessa Lombardi.

Fausta! Per carit

Fausta ha cominciato tutt'a un tratto a soffrire. C'è di l

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