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Forse, perchè sono stato troppo felice egli rispose, in tono enigmatico. Ma Chérie credette solo al senso amoroso della frase e fece un moto di soddisfazione. Avevi dimenticato la felicit

Bada, le dissi: non ti chiamerai più Rosa, ma Fausta. E volli baciarla e accarezzarla anch'io. Mia madre, colpita dal tono un po' enigmatico con cui avevo pronunziato queste parole, mi guardò intentamente e mosse le labbra, per farmi una domanda. Non disse motto, e gliene fui grato. È strano! esclamò il dottore, facendo uno sforzo per nascondere la commozione. La gioia stimola l'appetito.

E ben si sa che, quando da qualche sublime intelletto vien trattato e scritto sopra una nuova da lui trovata scienza, e ch'egli consideratamente accommoda i suoi ragionamenti all'uso del secolo nel quale essere si trova, ella viene poi anco ad esser molto piú facile ad intendersi da quelli c'hanno a caro d'intenderla e possederla; ma, quando tal scienza fosse descritta con ragionamenti molto lontani dall'uso de' tempi ne' quali il compositore essere si trovasse, essa ancora parerebbe a molti fatta con quasi enigmatico parlare, e senza dubbio sarebbe molto difficile da poterla capire.

Non ce ne ho che pochi bicchierini... ma sono per quelli della mia compagnia. Va benissimo!... Borbottammo noi, emettendo un sospiro, che non poteva sembrare enigmatico a chicchessia! Meno male che poco ci abbiamo da attendere! Esclamò uno di noi.

Ed ecco per quale impulso i tre avversari politici del paesello si erano recati a visitare il signore, coincidendo intorno alla grossa bottiglia, che poi doveva riavvicinarli quotidianamente a discutere i grandi problemi della politica mondiale. Durante la polemica, il contegno del signore era sempre enigmatico. Taceva con disperante costanza.

Poi, quando passarono nell'altra sala a prendere il caffè, il dottor Leoni disse a don Gregorio con un sorriso enigmatico: Chi volevate dunque persuadere con quel vostro attacco contro le leggi dell'eredit

Ella ebbe un sorriso così profondo, così enigmatico che lo scosse. Poi, tacquero. Passò del tempo, così. Confusamente, ogni tanto, nella mite e intima delizia di quella solitudine, di quella vicinanza, ella sentiva tremare, talvolta, nella sua, la mano di Massimo; e talvolta, sentiva il respiro di lui affannarsi. Allora levava le palpebre a guardarlo: lo trovava intento a fissare il suo volto, intensamente, con tale un ardore concentrato di visione e di attenzione, che non aveva ella mai scorto. Il tempo passava, sulle loro teste vicine, sulle mani dalle dita intrecciate, immobilizzati in quell'atteggiamento. E ad essa sembrava d'immergersi in un sogno lungo, senza fine, che ricominciava sempre dal principio, dove passavano sulle sue mani dei baci leggieri come un soffio, dove carezzava i suoi capelli una mano molle e lenta, dove un acuto profumo di fiori che si appassivano, le saliva al cervello, dove una voce ripeteva il suo nome, sempre, con la profondit

Non è niente disse la Teresa passandosi la mano sulla fronte e levandosi in piedi. Le gambe le tremavano; pur si reggeva da . E soggiunse: Sono disturbi inerenti al mio stato, non è vero? Egli accennò di . A lei errava un sorriso enigmatico sulle labbra esangui.

De Nittis si accorgeva di aver parlato con uno stento, che doveva parere enigmatico al dottore e alla contessa: istintivamente si mosse per uscire da quel gabinetto, nel quale si sentiva soffocare. Poi temeva di aver la faccia stravolta. Rosa aveva lasciato versare a Bice il caffè, sedendosi sopra uno sgabello in un angolo, silenziosa.

Quando udì che Ariberto lo aiutava, il cuore le si allargò; aveva di lui un concetto strano, fra l'odio e l'ammirazione; il suo intervento assicurava, agli occhi di Gioconda, la vittoria. Ebbene, le disse Folco, ora credi che Ariberto mi sia amico?.... Non gli devo tutto in questo istante? La contessa ebbe il suo sorriso enigmatico. Non discutiamo! rispose.