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Aggiornato: 27 giugno 2025


Continuando così a passeggiare a caso, senza nemmeno badare dove lo portavano le gambe, finì a trovarsi, quando proprio cominciava a sentirsi stanco, in Piazza dei Signori; e allora pensò di entrare un momento nel Caffè Dante, prima di tornarsene a casa. Ma in quel punto, nell'attraversare la piazza, aveva notato qua e l

Molti altri quadri che egli dipinse in S. Marco meritano di essere ricordati, l'Orazione nell'orto, il Battesimo, l'Incoronazione della Vergine, dove si ritrova l'ascendente di Dante, ed il suo Cristo in pellegrinaggio; ma basta di essi. Tutti dimostrano la stessa semplicit

Del che, mi perdonino Dante e i ghibellini antichi, mi perdonino i protestanti e protestantizzanti moderni, io non lo so parimente biasimare: perché, se è vero che il cristianesimo sia non solamente religione ma civiltá, abbia non solamente il maggior ufficio di condur gli uomini al cielo, ma anche quello minore e pur grande di condurli intanto sulla terra alla civiltá, era, è, e sará pur sempre conseguente e necessario ch'egli avesse ed abbia a ciò mezzi terreni, diversi secondo le etá, ma durati e duraturi in tutte.

NARTICOFORO. Gentiluomo de indole prestantissima, «cedant arma togae»: non far questa ingiuria a questa toga venerabile. ESSANDRO. Vien qua tu, alzami costui su le spalle. DANTE. Soy para esso muy flaco de lombos. ESSANDRO. Finiamola, poltronaccio. DANTE. Dadme essas manos, ¡con todos los diablos!

Per noi ed è la dottrina dei nostri Grandi da Dante in poi ogni essere, individuale o collettivo, ha un fine, e il fine ch'è parte del Disegno divino regna sovrano: l'esistenza di quel fine genera il dovere di raggiungerlo, di tentarlo almeno. La vita è una missione. Il compimento più o meno continuo, più o meno potente della missione costituisce il merito e quindi il progresso della vita.

Gli studi generalmente sogliono solitudine e rimozion di sollecitudine disiderare e tranquillitá d'animo, e massimamente gli speculativi, a' quali, come mostrato è, il nostro Dante, in quanto la possibilitá permetteva, s'era donato.

L'articolo su Dante si sa che in Inghilterra fu accolto con grandissimo applauso, e pel suo merito intrinseco, e perché parla le lodi d'un poeta studiatissimo dagl'inglesi e ad essi carissimo. Si sa inoltre, o si sospetta con fondamento da chi ha l'occhio esercitato, che lo scrittore ne sia un uomo celebre, italiano per origine e per famiglia, e greco per nascita.

Seppi, parecchi anni appresso, quando svelai dopo la morte del Vigo la mia marachella giovanile, che il professor d'Ancona, dalla sua cattedra di Pisa, aveva a lungo discusso intorno alla questione se Dante avesse tolto a imprestito quel verso da l'ignoto poeta popolare siciliano, o se il poeta siciliano lo avesse rubato all'Alighieri.

In Luca Wadding, Ann. Minorum, tom. III, p. 340, §. 13. Dante Alighieri, De Vulgari Eloquio, lib. 1, cap. 12. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 3. Bart. de Neocastro, cap. 13. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 3. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 2 e 4. Epistola de' Siciliani a papa Martino, nell'Anonymi Chr. sic., cap. 40, l. c. Bart. de Neocastro, cap. 13. Docum.

Il conte Alessandro Cappi, che mi accompagnò nella visita al mausoleo, mi raccontò che nella suo gioventù aveva visto a Ravenna lord Byron, allora innamorato della contessa Guiccioli. Mai, mi disse la mia guida, lord Byron non passava in vista della tomba, fosse pure a distanza, senza scoprirsi rispettosamente, e mi sovvengo ancora dei bei versi che egli ha dedicato alla sepoltura di Dante.

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