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Il Palavicino, dopo aver gettata un'occhiata su ciascheduno chiese al custode se avesser deposto altro in aggiunta alla confessione del prima, e avendogli il custode fatto cenno di no, volle accostarsi allora ad uno di essi per tentarlo in qualche modo, e il primo a cui si presentò per combinazione, fu il Valacco.

54 Deh che farò? farò dunque vendetta contra il padre di lei di questo oltraggio? Non miro ch'io non son per farlo in fretta, o s'in tentarlo io mi sia stolto o saggio. Ma voglio presupor ch'a morte io metta l'iniquo vecchio e tutto il suo lignaggio: questo non mi far

Ero io quella volta e quest'altra; rispose il Sangonetto: e come allora parve buono il consiglio, così ora... mi sembra... Eh, non dico di no. Sarebbe un bel colpo e il tentarlo piacerebbe a più d'uno. Ma chi mi assicura che non fosse un tranello? Ma... la parola di Santino da Riva, vostro capitano e prigioniero dei nostri... La parola, avete detto bene.

Per noi ed è la dottrina dei nostri Grandi da Dante in poi ogni essere, individuale o collettivo, ha un fine, e il fine ch'è parte del Disegno divino regna sovrano: l'esistenza di quel fine genera il dovere di raggiungerlo, di tentarlo almeno. La vita è una missione. Il compimento più o meno continuo, più o meno potente della missione costituisce il merito e quindi il progresso della vita.

CRICCA. Mi va un pensiero per la testa come con onor vostro ce la possiate negare. PANDOLFO. Dubito che ora non intenda quanto parliamo. CRICCA. Che perdiamo a tentarlo? se riesce, guadagnaremo cinquecento scudi. PANDOLFO. Di' su, presto.

E i mei compagni li salverai? È impossibile. Non ardirei tentarlo. Va, ora, ritorna fra i prigionieri e arrivederci a domani alla zeribak. Battè le mani: due guerrieri entrarono inginocchiandosi dinanzi a lui. Conducete quest'uomo nella capanna dei prigionieri, disse a loro il Mahdi. Badate che se qualcuno lo tocca, lo insulta o lo percuote è uomo morto.

Ad ogni modo, questa fu la conclusione a cui venne, l'obbligo mio è quello di accorrere in loro soccorso, di tentarlo almeno. La sola possibilit

Per tentarlo davvero ci volle la spinta del duca, il quale minacciava una scenata, uno scandalo se non si faceva a suo modo: Bisogna battere il ferro quando è caldo! pensava Prospero Anatolio. In fatti, capitato uno di quei giorni a Santo Fiore, il duca aveva passata tutta la mattina alla canonica, senza che Maria, uscita in carrozza a passeggiare, sospettasse il suo arrivo.

Ora, da molti anni, la pace dell’Ospizio non è turbata; la casa ospitale esercita quietamente il suo sacro ministero. Le balze echeggiano l’estate per colpi di cannone, e sulle creste, dove parve temerario il camoscio, corrono ordinate e sicure le compagnie alpine; ma la loro presenza non è minacciosa, ma i villaggi le salutano con grida di gioia. Studiano nell’Alpe la grande fortezza italica, e forse, quando un nuovo esercito straniero salisse a tentarlo, il valico sarebbe ora, per la prima volta, difeso e conteso. Una battaglia su quelle alture sarebbe titanica, ma alla gloria di quell’Alpe non occorre sangue. La sua gloria è quella casa che per secoli combattè e disarmò la nemica natura. E gi

Il Poeta incomincia ad invocare le Grazie per cantare un nuovo inno, il quale sia ascoltato, non solo all'ombra de' pioppi lombardi, ma anco presso i sacri colli dell'Arno, ai quali il Carme foscoliano De' Sepolcri, uscito nella primavera di quell'anno, dovea più fortemente tentarlo.