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Più della.... del viaggio di nozze? Senza paragone! NICOLETTA rientrando. Avevo dimenticato di rammentare al Pucci di passare al Manzoni per il palco. Per questa sera? No, per la première della Hading. Ah l'Hading! L'adoro! Anche lei! Fulvia, vieni? A vedere il cappellino? Com'è? Vedrai. Colonnello, lei rimane? Uscirò con Piero. Allora arrivederci. Questa sera o domani. Domani.

E la piccina, avvolta nel suo mantellone foderato di pelliccia, col visino mezzo smarrito nella felpa bianca della cappottina da viaggio, coll'aria confusa, cogli occhi rossi, riceveva con affettuosa gratitudine quei saluti, quegli omaggi, e andava ripetendo: «Addio, arrivederci, graziecolla voce proprio commossa. A un tratto le si fece davanti il suo compagno di gioco, Drollino!

Per adesso non c'è altro da fare che rivolgere loro un caro saluto che equivalga ad un ringraziamento per la loro opera umile ma costante, pel lavoro assiduo e senza ricompensa che hanno compiuto; un saluto che equivalga ad un: Arrivederci per nuovi trionfi!

«P.S. La mano che vi scrive questa lettera è quella d'una buona vicina che mi fa da segretario. Il cuore è sempre quello del vostro Totò. ArrivederciPovero Totò! Non misi tempo in mezzo e andai a trovarlo nel vecchio monastero di Santa Patrizia. Era una di quelle uggiose, piovigginose, grige giornate di marzo che vi mettono la tristezza in cuore e l'umido nelle ossa.

Sul suono smorzato dei passi affondantisi nella sabbia, sul fruscìo leggiero delle vesti, sul confuso borbottìo delle voci si levava qualche nota squillante: appelli e risposte, richiami e saluti: Presto, presto! Buon divertimento! Buon viaggio! arrivederci stasera in piazza! Vuoi che ci moviamo? chiese la signora Valeria alla figliuola. Diana assentì. Moviamoci pure.

Sicuro... Anche gli uomini di studio.... è positivo... sono in gestazione continua. Varedo lo licenziò. Buona notte... Vada, vada, lei che può coricarsi tranquillamente.... Prenda i due libri, e arrivederci... Dopo aver dato un'altra capatina in camera di Diana, Alberto riprese la correzione delle sue stampe.

Lo so.... Arrivederci.... Io vado.... Datele un po’ di forza.... Ih! che razza di medico siete! CLELIA e FONSECA. Clelia (come se si svegliasse) Chi è l

Grazie, grazie, grazie! esclamò il conte inchinandosi. Arrivederci! Clarice scese la scala, e preceduta da Piero, ripercorse tutte le sale che aveva gi

La contessa, tenendo la mano nella mano di Nicla, la trasse a e la baciò leggermente sulle guance. Arrivederci! ripetè poi. Arrivederci, contessa! Buon viaggio!... Non tardi troppo! Addio, Nicla! A domani! gridò Bruno alla fanciulla, riprendendo la mano di sua madre. Ma allontanandosi, le due giovani si volsero più volte e si sorrisero.

Lentamente l'Ercolano si riaddossò ai cuscini e vi affondò il capo. Sulla sua pallida faccia passò un'ombra di tedio e di stanchezza. Dunque si resta intese disse la suora Domani non si va via. E le porterò le ciliege, domani. La rossa aveva chiuso gli occhi. Pareva assopita. La suora si chinò sopra di lei e le mormorò: Arrivederci, non è vero? Arrivederci... balbettò la convalescente.