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In la palude va c'ha nome Stige questo tristo ruscel, quand'e` disceso al pie` de le maligne piagge grige. E io, che di mirare stava inteso, vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte, con sembiante offeso. Queste si percotean non pur con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi co' denti a brano a brano.

«P.S. La mano che vi scrive questa lettera è quella d'una buona vicina che mi fa da segretario. Il cuore è sempre quello del vostro Totò. ArrivederciPovero Totò! Non misi tempo in mezzo e andai a trovarlo nel vecchio monastero di Santa Patrizia. Era una di quelle uggiose, piovigginose, grige giornate di marzo che vi mettono la tristezza in cuore e l'umido nelle ossa.

La montagna è nuda e scarna: un agglomeramento di pietre grige e di argilla rossastra dall'aspetto desolato. Non alberi, non terra coltivabile, non giardini. Alcune capre etiche si disputano qua e l

Le aprii la porta io stesso; la chiusi dietro di lei. Corsi verso la culla, su la punta dei piedi; guardai da presso. L'Innocente dormiva nelle sue fasce, supino, tenendo le piccole mani chiuse a pugno col pollice in dentro. A traverso il tessuto delle palpebre apparivano per me le sue iridi grige. Ma non sentii sollevarmi dal profondo nessun impeto cieco di odio d'ira. La mia avversione contro di lui fu meno acre che nel passato. Mi mancò quell'impulso istintivo che più d'una volta avevo sentito correre fino alle estremit

In la palude va c’ha nome Stige questo tristo ruscel, quand’ è disceso al piè de le maligne piagge grige. E io, che di mirare stava inteso, vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte, con sembiante offeso. Queste si percotean non pur con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi co’ denti a brano a brano.

Giunta all'antica torre, si riposò su di un gradino mezzo rovinato, osservando le onde che venivano lentamente a frangersi sulla riva, cospargendo gli scogli dalla bianca loro spuma. Il monotono loro fragore, e le grige nubi che velavano il cielo, rendeano la scena più misteriosa ed analoga allo stato del suo cuore.

Ah! fece la dama e le sue pupille grige sotto il velo rialzato, e che scendeva giù da una gran falda di cappello, fulminarono gli otto grossi corpi; fulminarono il conduttore, e con lui il suo colletto un pochino lercio, le sue mani quasi nere; fulminarono il treno in disordine, la stazione in disordine; e, più largamente, fulminarono l'Italia e le ferrovie in disordine: anzi in quel giorno in completa disorganizzazione per effetto della neve; una neve enorme, paurosa, strana, la quale pareva avesse un suo linguaggio di morte, come dire: io ti voglio coprire, congelare, vecchio mondo!

Gli stivalini di morbido raso bianco, dai piccoli bottoni, dalla fodera di seta, hanno sofferto poco; solo il tacco alto e svelto si è un po' piegato per la stanchezza; le scarpettine rosee con la violetta ricamata sulla punta che sembra una mandorla, non hanno alcuna avaria: quelle grige con la fibbia sul fianco, tempestata di turchesi, possono rendere ancora valorosi servigi.

Girai tutto il giorno per trovare una stanza d'affitto che non avesse l'apparenza atroce di essere io in balìa di un'affittacamere. Ebbi la fortuna di trovare una cameretta pulita, in una via relativamente silenziosa. La mia finestra dava in un cortile grigio, quadrato. Quattro pareti grige, ma pulite, si innalzavano per altri tre piani e sprofondavano per altri due.

La campagna triste fra Verona e Peschiera era sinistramente illuminata dalla luce sanguigna del tramonto che alcune nuvole grige interrompevano. Loredana non diceva parola, tenendo le mani tra le mani di Filippo, sempre col viso celato da quel velo bigio, che pareva la togliesse dal mondo, l'allontanasse da tutti, la dovesse nascondere come una delinquente. Ascoltami, cara, seguitò Filippo.