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Aggiornato: 3 maggio 2025
Sabato 3 ci incamminiamo alle sei e si continua per due ore nell'altipiano stesso, poi si comincia una ripida discesa fra vallate coperte da vegetazione fra cui primeggiano grossi alberi di gardenia dai fiori grandissimi, che quasi rendono l'atmosfera troppo carica del loro delicato profumo. Più ci abbassiamo, il caldo aumenta, fino a diventare soffocante. A mezzogiorno, sortendo da un folto bosco ci troviamo dinanzi il Taccazè che colle sue acque fangose scorre tranquillo e quasi imponente; lo passiamo a guado essendo meno di un metro di profondit
In la palude va c'ha nome Stige questo tristo ruscel, quand'e` disceso al pie` de le maligne piagge grige. E io, che di mirare stava inteso, vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte, con sembiante offeso. Queste si percotean non pur con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi co' denti a brano a brano.
Ed elli a me: «Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: di tal disïo convien che tu goda». Dopo ciò poco vid’ io quello strazio far di costui a le fangose genti, che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: «A Filippo Argenti!»; e ’l fiorentino spirito bizzarro in sé medesmo si volvea co’ denti.
Ed elli a me: <<Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: di tal disio convien che tu goda>>. Dopo cio` poco vid'io quello strazio far di costui a le fangose genti, che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: <<A Filippo Argenti!>>; e 'l fiorentino spirito bizzarro in se' medesmo si volvea co' denti.
Non sai quel che dice Cantalicio? «Dulcis amor patriae». E Catone: «Pugna pro patria». Hoc. Insumma, e' non c'è la piú dolce cosa che la patria. STRAGUALCIA. Io credo che sia molto piú dolce il tribiano, maestro. Cosí n'avess'io un boccale! ch'io sono spallato, a portar questa valigia. PEDANTE. Queste strade paion fatte di nuovo. Quand'io ci fui, eran tutte sordide e fangose.
Ed elli a me: «Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: di tal disïo convien che tu goda». Dopo ciò poco vid’ io quello strazio far di costui a le fangose genti, che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: «A Filippo Argenti!»; e ’l fiorentino spirito bizzarro in sé medesmo si volvea co’ denti.
Ed elli a me: <<Avante che la proda ti si lasci veder, tu sarai sazio: di tal disio convien che tu goda>>. Dopo cio` poco vid'io quello strazio far di costui a le fangose genti, che Dio ancor ne lodo e ne ringrazio. Tutti gridavano: <<A Filippo Argenti!>>; e 'l fiorentino spirito bizzarro in se' medesmo si volvea co' denti.
In la palude va c’ha nome Stige questo tristo ruscel, quand’ è disceso al piè de le maligne piagge grige. E io, che di mirare stava inteso, vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte, con sembiante offeso. Queste si percotean non pur con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi co’ denti a brano a brano.
Sali e scendi per alcune alture, ci si presenta nel fondo il Taccazè che colle acque sue fangose va tortuosamente seguendo il suo corso; mille commenti, nuove emozioni, i cuori si allargano a nuove speranze per riserrarsi a tristi presentimenti.
Mentre il greco, messo colle spalle al muro e torturato, confessava tutto ciò che i suoi nemici volevano sapere, Medinek, sfuggito miracolosamente alla pistolettata dello scièk Abù-el-Nèmr, trottava come un cavallo per le oscure e fangose vie della citt
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