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Avevo passato mezza giornata nell'Aquario tra le meraviglie della vita sottomarina.... Improvvisamente, quasi mi fosse stato suggerito all'orecchio da qualcuno, io pensai: Va' a Firenze!... Va' a Firenze! Mi stava davanti agli occhi una mirabile aiuola di attinie e di coralli che si agitavano, che palpitavano con le loro creste filamentose: e tra i coralli e le attinie, magnifici polipi, di cui ora non ricordo il nome, allungavano i tentacoli, si gonfiavano, si aprivano simili a viventi ventagli, si restringevano e quasi sparivano confondendosi con la vegetazione rosata. Altri piccoli molluschi, cavallini di mare, se non sbaglio, idre, meduse, salivano e scendevano nella limpidissima acqua dietro il grosso cristallo; paguri, che si eran formati una casa con grosse conchiglie, erravano qua e l

Ed egli, alteramente, mentre il sole dorava del suo primo raggio le creste dei monti, ne ripeté l'ultima frase a voce alta: poi, accapponato per il freddo mattutino, rinchiuse la finestra, calò le tende opache, e nella spensierata e fittizia esultanza de' suoi pensieri lusingatori, andò a gittarsi voluttuosamente sul gran letto prezioso.

E gli astanti fra sorpresi ed esterrefatti videro comparire un plaustro di madreperla tirato da quattro paia di dragoncini, leucotteri color di rosa, moschettati di viola con le criniere e le creste e le ali di fiamma.

I raggi del sole valicano le ultime creste del Resegone e si perdono nello spazio azzurro, le ombre si addensano tutt'intorno, le campane dei paeselli si rispondono da lontano, e l'ala greve del pipistrello passa come un'ombra nera nella luce impallidita del crepuscolo. «Partir

Nel vallone di Meiris trovasi fra 1500 e 2250 m.; ad est del Lago Brocan e a sud del gias Murajon sino a 2150; sul fianco del Colle Chiapous, come sulle creste della Mourionera e della Cucetta, sino a circa 2300 m.

E via a picconate sulle creste sporgenti; le scaglie volano per l’aria e vanno fuori ad uccidere qualche erba fiorita, i massi rotolano nelle pozze squagliate del fondo e spruzzano intorno i vicini.

Non vedeva il raggio di luce livida, che sprigionandosi dal nugolone nero, correva sulle creste della burrasca come un faro elettrico a illuminare la danza dei cavalloni bianchi e verdognoli.

La medaglia doveva portarsi appesa ad una fettuccia a quattro liste: bianca, rosea, violetta e scarlatta in memoria delle ali, del mantello, della picchiettatura nonchè della coda, della criniera e delle creste degli otto draghi del plaustro della fata Scarabocchiona.

Eppure le sue rocce di massiccio e grigiastro calcare che ne costituiscono il nocciolo centrale, le sue creste curiose nella loro denudazione, gli aspri e ripidi valloni che le acque hanno scavato nella compatta massa calcarea, le brulle e selvagge gole nelle quali cupi scorrono fiumi e torrenti, i ripidi pendii su cui si arrampicano pecore e capre in cerca di un misero pasto di pochi licheni, fanno vivo contrasto con le circostanti vallate, colline e pianure verdeggianti, ricche di prodotti, bene irrigate.

La sua tonda faccia di metallo in fusione tutta divorata dalla sua stessa bocca urla: Fooc! Squarcia di vampa rossa-blu fra le case. Spraang spraaang di granate sulle creste verdi. Un secondo pezzo è puntato. Le mie due mitragliatrici riprendono il loro ritmo di laminatoio. Tatatatatatatatatata. Fermate il fuoco!