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Aggiornato: 27 giugno 2025
Che se questa gloria di aver fondato e perfezionato nel medesimo tempo la prosa italiana paresse troppo scarsa agli ammiratori del Macchiavelli, la gloria di Dante fondatore della poesia non dovrebbe sembrar loro molto maggiore, giacchè fra prosa e poesia la differenza non è poi grande quanto il volgo immagina, essendo entrambe egualmente necessarie alla vita del pensiero nazionale. E alla prosa solo Macchiavelli deve la popolarit
L'apoteosi dell'Impero fatta da Dante, egli ne vide l'aquila librarsi fino in paradiso, i suoi ammonimenti all'imperatore, il benvenuto dato ad Arrigo VII, sono prove del culto per l'Impero che aveva tradizionalmente profonde radici nel mondo latino, anzi in tutto l'Occidente.
Abitò adunque Dante in Ravenna piú anni nella grazia di quel signore, e quivi a molti dimostrò la ragione del dire in rima, la quale maravigliosamente esaltò.
Quello non era un amico dei soliti, un amico del buon tempo, e Lorenzo poteva dire di lui come Beatrice di Dante: «l'amico mio e non della ventura». L'Assereto aveva notata la tristezza di Lorenzo, e lo aveva tanto incalzato di affettuose domande, che questi gliene aveva detta finalmente la cagione. L'amico non era ricco; ci correva anzi di molto!
"Nel mezzo del cammin di nostra vita!" Non ci sono ancor io, Dante da strapazzo, ancor io? Galatea è invaghita di Aci; non può essere altrimenti. Se un Aci non è ancora capitato, mettiamo pure che non sia molto lontano.
Ah! gridò Gino. Si avverasse presto il gran sogno! Così la gita di Bismantua si era mutata in un pellegrinaggio di voto, come se i nostri due innamorati fossero andati ad un santuario antico, per venerare gli Iddii della patria. Ma a tutti fa questo senso Bismantua, anche senza aver compagna nella salita una bellissima donna, che abbia letto Dante e lo ami.
Questo principio latino si risvegliò con tale delirante e ardente fede nell'animo degl'infelici Italiani, da ricordare l'attesa del Messia da parte dei Giudei. Infatti gl'Italiani di quel tempo somigliavano, nelle loro sventure agli Ebrei: Dante fu il loro profeta.
Acchetate le parti de' Bianchi e de' Neri, si era formata un'unica parte, schiettamente guelfa: ma non s'erano acchetati i rancori verso coloro, che avean macchinato contro l'ordine, la ragione dello Stato e fra essi Dante primeggiava: acerbo, implacato riprensore de' costumi de' suoi concittadini; disfogatore, senza tener modo, delle sue ire contro personaggi e famiglie, cui non aveva il suo focoso risentimento risparmiato alcun vitupero e che aveva dannato a perpetuo dileggio, ad una infamia insanabile.
Vero è che molto egli era stato distratto e assiduamente occupato, con Dante suo e pochi altri magnanimi, per le diverse citt
Oltre a questo, di se stesso presunse maravigliosamente tanto, che essendo egli glorioso nel colmo del reggimento della republica, e ragionandosi tra' maggior cittadini di mandar, per alcuna gran bisogna, ambasciata a Bonifazio papa ottavo, e che prencipe dell'ambasciata fosse Dante, ed egli a ciò in presenza di tutti quegli, che sopra ciò consigliavan, richiesto, avvenne che, soprastando egli alla risposta, alcun disse: Che pensi?
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