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Aggiornato: 15 giugno 2025
Si limitò allora a rispettarla moltissimo, a venerarla quasi talmente la ingenua ignoranza di lei glie ne imponeva! In quella specie di crepuscolo dal cuore e di spossamento forzato dei sensi, senza piacere, senza incanto, senza visione, Morella si presentò. Se il duca non era stomacato delle sue ganze di quarant'anni, ne era per lo meno sopraffatto.
Sorrise a fior di labbra, ascoltò con un leggiero incarnato sulle guance, rispose allo scherzo, rise.... E Peppe sapeva che una donna assediata che ride, è come una fortezza che capitola. Una sera nell'ora del crepuscolo, erano soli sotto agli alti alberi, vicino la fontana. La luna, sorpassando una sottile striscia di nuvole, si levava come una palla rosea nel cielo azzurrino.
Cominciava il crepuscolo, l'ora preferita dell'angelo della morte. Rompevano il silenzio dei belati che sembravano lamenti. Gli alberi si agitavano alla brezza mattinale come rabbrividissero e gocciolavano lagrime di rugiada. Un gallo cantava colla sicumera crudele di un diacono che intona le esequie. Baccio suonava l'angelus, e insieme l'agonia del sindaco.
Ma il cibo, il bordò, gli diedero un orgasmo affannoso, un caldo insopportabile.... Si soffocava.... Che afa! voleva far temporale! Oh Nora! Che infame! Che infame! Darsi, vendersi a un vecchio! Quell'ora vicina al crepuscolo era più fosca e buia por il cielo annuvolato. Che caldo! Dio! Che noia! Sempre solo, senza poter leggere, senza poter scrivere....
Ella ricordava. Quanto l'avevan fatta piangere quegli spettacoli di mestizia, e quei suoni che s'intonavano alla dolcezza dell'ora! Il crepuscolo nella campagna per lei era stato, durante lungo tempo, il più pauroso momento della vita. Aveva perduto Brunello. Tutto diceva che non sarebbe tornato mai più; e non aveva persone a cui confidarsi. Le campane singhiozzavano qua, l
Enrica correva sola, una domenica, poco innanzi il crepuscolo, fra le alte erbe.... Non s'era accorta che qualcuno la seguiva da un pezzo. Due braccia di ferro l'avvinghiarono. Vi fu una lotta disperata. Enrica si difendeva con morsi, coi pugni, con le unghie, con uno stile, che aveva fra i capelli, infliggendo ferite nel braccio di Jannacone, che spargeva sangue.
È Roma, è Roma, questo sepolcrale fetore!... Roma, la mia capitale!... Roma, immensa topaia, gran mucchio di cartacce, lugubremente colonizzato da migliaia dì sorci, di tarli, di scarafaggi ufficiali! Le cupole, gonfie pance di giganti, galleggiano nei vapori violetti del crepuscolo, qua e l
La sua figura si disegnava mollemente nella luce grigia del crepuscolo. Era una bella contadina, alta, dalle spalle larghe, dalle braccia solide quanto quelle di un uomo, ma belle, tonde e grassoccie. Il viso regolare, freschissimo, sebbene gi
Veniva l'ora del crepuscolo, l'ora delle memorie e delle meditazioni; ripensava ad altri giorni, ad altre sere, le paragonava con queste, e coricavasi colla speranza medesima, colla quale si era levata; e al mattino la ritrovava ancora sullo spinoso capezzale. La ragione la filosofia. Oh che sono mai le loro consolazioni quando il male stringe?
Ella volse il capo udendo dei passi in giardino.... Un uomo si avanzava rapidamente verso la sala.... Lo riconobbe tosto, ad onta del crepuscolo gi
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