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Perdonare agli assassini? Egli doveva vendicarla! L'ultima luce del crepuscolo agonizzava, ma gi

Il sole del 26 maggio nascondevasi dietro i pittoreschi monti che circondano la Conca d'oro a ponente, fosco, rossiccio, come se macchiato di sangue e col crepuscolo d'un giorno infocato cominciavano a vedersi, nelle pubbliche passeggiate, alcune carrozze con dentro il bellissimo sesso della stupenda capitale.

Lo spirito di chiesa si risvegliò d’un tratto in quella gente abbrutita per tanti anni nel culto cieco e feroce del suo unico idolo. Le parole del fanatico di bocca in bocca si propagarono. E sotto il rossore tragico del crepuscolo, la moltitudine tumultuante aveva apparenza d’una tribù di zingari ammutinati. Il nome del santo rompeva da tutte le gole, come un grido di guerra.

Tullio, Tullio, che cosa orribile! Ah, che cosa orribile! Non ho mai sofferto tanto, mai, mai. Era verso sera. Mia madre, miss Edith, il dottore erano discesi nella sala da pranzo. Io e Giuliana eravamo rimasti soli. Non avevano ancora portato i lumi. Entrava il crepuscolo violaceo d'ottobre; il vento scoteva i vetri a quando a quando. Aiutami, Tullio!

I tzigani lanciavano nel profumato crepuscolo la dolcezza triviale della «Valse Bleue». Nancy sussultò: ecco Aldo! Ma ! Certo, era lui! Usciva dal Cafè de Paris, con una donna grassa, vestita di bianco. , era Aldo. Nancy mosse rapida un passo verso di lui, poi si fermò. L'inglese si fermò anche lui, tacendo e volgendo per discrezione lo sguardo verso gli alberi del giardino.