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Aggiornato: 15 giugno 2025
E i giorni e le notti versarono il loro crepuscolo su Nancy, e la spinsero indietro nell'ombra dove seggono le madri, con miti labbra che nessuno bacia, con dolci occhi di cui nessuno conta le lagrime. Ella imparò a scordare. Scordò di essere stata giovane; scordò di essere stata poeta.
E le ombre vennero dopo quella gran luce; calavano lente, e gli occhi di Ariberti ebbero il triste benefizio d'un crepuscolo, che gli consentì di vedere come tutto gli si facesse squallido intorno, e come quella donna non fosse così sua, tutta sua, quale ei l'aveva veduta, o sognata.
Se le squille dell'avemmaria, nel crepuscolo vespertino, ti straziano il cuore colla santa volutt
Un singhiozzo gli rispose. Crepuscolo e notte. Che dissero quelle lagrime? Che disse quel singhiozzo? Che disse il tremito delle mani congiunte? E il palpito affrettato dei due cuori riavvicinati dalla sciagura che disse?
Quella sera s'accampò nelle vicinanze della Piana e s'inviò il generale Orsini sulla via di Corleone, coll'artiglieria, bagagli ed infermi disposizione che principiata al crepuscolo, ingannò i nemici sulla direzione della colonna principale. La notte stessa si lasciò il campo della Piana, e c'innoltrammo colla colonna senza impedimento nel bosco Cianeto che divide detto paese da Marineo.
Prendi anche questo interruppe Ernesta perchè tu parli come un angelo. Leonardo prese e restituì, e ancora si udì per l'aria la musica di due baci sonori....... Verso il crepuscolo venne il dottor Agenore, e trovò i coniugi dinanzi alla finestra spalancata, muti, estatici, intenti ad ascoltare il canto dell'usignuolo, a cui i grilli facevano l'accompagnamento. Ah! disse Ernesta voltandosi.
Rivivendo nel passato si vive due volte, e la natura ci spinge con istinto irresistibile a raddoppiare la vita. Quando la stanchezza eccessiva ed il sonno persistente mi chiudevano le pupille mi coricai, e dormii profondamente, ma la luce del crepuscolo entrando per gl'interstizii delle gelosie mi trovò desto.
Così uscirono gli Schiavoni da Verona. Vi dovevano però ritornare quasi un anno appresso, nel crepuscolo sanguinoso delle Pasque Veronesi, per tingere di rosso quella scena drammatica con cui la Serenissima doveva chiudere il suo lungo e glorioso dominio in terraferma .
Tutti i fantasmi delle illusioni e delle commozioni recenti abbandonarono a un tratto il mio spirito, come i fiori d'un albero scosso da una folata gagliarda. E come i fiori caduti sono per l'albero irrecuperabili, così furono per me quelle cose dell'anima: mi divennero estranee. Feci uno sforzo, tentai di raccogliermi; non riuscii a nulla. Mi misi a girare per le strade, senza scopo; entrai da un pasticciere, entrai da un libraio; comprai dolci e libri macchinalmente. Scendeva il crepuscolo; s'accendevano i fanali; i marciapiedi erano affollati; due o tre signore dalle loro carrozze risposero al mio saluto; passò un amico a fianco della sua amante che portava tra le mani un mazzo di rose, camminando presto e parlando e ridendo. Il soffio malefico della vita cittadina m'investì; risuscitò le mie curiosit
L'altissima terrazza sembra una passerella di corrazzata che navighi nelle acque seriche, viola azzurre dorate del crepuscolo, entrando in un golfo di sogno fra monti sereni che sognano. Ecco un nostro 149 del Cengio colpisce un baraccamento austriaco sulla groppa del Cimone. Vi scoppia un'incendio.
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