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Aggiornato: 29 maggio 2025
Caddero uccisi dai soldati: tredici popolani a Caltavuturo, due a Serradifalco, uno ad Alcamo, undici a Giardinello, undici a Lercara, otto a Pietraperzia, quattordici a Gibellina, diciotto a Marineo, quattordici a Santa Caterina Villarmosa; in tutto furono uccisi novantadue liberi cittadini per un solo soldato. Questo lugubre riassunto dev'essere completato da altri tristi episodî.
La mattina seguente fummo a Marineo, la sera a Misilmeri, dove il Comitato insurrezionale di Palermo aveva mandato i suoi emissarii a raggiungerci. Il 26 fummo a Gibilrossa, e li 27 eravamo padroni di Palermo. Il colonnello Bosco, credendo di correre dietro a Garibaldi, trovò Orsini; la diversione era mirabilmente riuscita.
Il re comandava di aumentarle dal 1 settembre vegnente in questo modo: Fortezza di Messina da salme 112½ a 240 di Scaletta 20 » 48 di Milazzo 45 » 100 di San Marco 30 » 99 di Odogrillo 27 » 55 Castel di Siracusa 27 » 57 Palagio di Siracusa 9 » 60 Castel superiore di Taormina 27 » 77 Castello inferiore 22½ » 50 di Agosta 10½ » 57 di Cefalù 85½ » 325½ Palagio di Palermo 18 » 200 Castell'a mare di Palermo 29 » 100 di Licata 40 » 90 di Monteforte 27 » 104 di Vicari, che non avea provvedigione » » 50 di Caronia » » 27 di Castiglione » » 30 di Lentini » » 100 di Marineo » » 100 di Geraci » » 60 di San Filippo » » 100 di Caltanissetta » » 30 di Santo Mauro » » 30 di Avola » » 30 di Caltabellotta » » 30
Quella sera s'accampò nelle vicinanze della Piana e s'inviò il generale Orsini sulla via di Corleone, coll'artiglieria, bagagli ed infermi disposizione che principiata al crepuscolo, ingannò i nemici sulla direzione della colonna principale. La notte stessa si lasciò il campo della Piana, e c'innoltrammo colla colonna senza impedimento nel bosco Cianeto che divide detto paese da Marineo.
In nessuna parte del mondo fuori della Sicilia sarebbe stata possibile una marcia come quella dalla Piana dei Greci a Marineo, da Marineo a Missilmeri; da questo a Gibiltossa e finalmente dall'ultimo punto a Palermo nella notte dal 26 al 27 maggio all'insaputa del nemico.
Ma nel 1278 par che si volesse adunare più gente in quelle di Cefalù, Palermo, Messina, Monteforte, Milazzo, Lentini, Marineo, San Filippo; nè la posizione geografica basta a spiegare questa mutazione di disegni militari. Saba Malaspina, cont., pag. 342 a 345. Montaner, cap. 44, 45, 46, 47. Ric. Malespini, cap. 208. Cron. sic. della cospirazione di Procida, pag. 261.
Così si arrivò ai massacri di Giardinello, di Pietraperzia, di Marineo, di Gibellina, di Santa Caterina ecc., che, per una serie incredibile di errori, di violenze di arbitrî, di infamie, si riannodano, a meno di un anno di distanza, a quello di Caltavuturo!
I tumulti di Belmonte-Mezzagno vanno ricordati perchè con un colpo di rivoltella vi venne ferito un soldato, che poco dopo morì, lo Sculli. A questa povera vittima furono fatte solenni onoranze; ma furono consacrati all'infamia i contadini uccisi dai soldati. Peggio ancora avvenne all'indomani del funesto principio del 1894, a Marineo.
Qui mi è grato il ripetere: che solo in Sicilia potevasi effettuare un movimento coperto come quello che eseguirono i Mille dalla Piana a Palermo all'insaputa del nemico, il quale aveva il suo quartier generale a poche miglia di distanza. Il 24 i Mille accampavano a Marineo. Il 25 a Missilmeri e tutte queste coraggiose popolazioni acclamavano l'arrivo dei fratelli, come se certi della vittoria.
Così a Marineo una onesta donna, certa Lombardo, viene denunziata da una guardia daziaria che aveva tentato disonorarla mentre il marito era in campagna; e dietro la sola testimonianza di un siffatto arnese che voleva vendicarsi del rifiuto, la sventurata viene condannata a 13 anni di prigione dal Tribunale di Guerra di Palermo!
Parola Del Giorno
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