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Aggiornato: 20 maggio 2025
L'Errera si faceva trascinare, tutto pendoloni, poi si fermava, inevitabilmente, davanti le vetrine di Cagiati e non c'era più verso di smuoverlo: Voglio un pulcinella: tompera un bel pulcinella a Ninì! A scanso di piagnistei, il signore gli comperava un pulcinella da venti soldi; poi l'Errera s'arrestava davanti a un pasticciere: Voglio una taramella! Ninì vuole tante taramelle!
Samuele Hospenthal, uomo riflessivo e filosofo quanto è necessario per non dare alle cose del mondo più peso che non abbiano naturalmente, sulle prime prese la cosa in ridere e credette di vedere in questa letterina lo sfogo d'una gelosia e d'una vendetta di donna; diversamente che poteva importare a Liana che la moglie d'un banchiere di passaggio andasse a mangiare delle sfogliate tra le dieci e le undici nella bottega d'un pasticciere?
Tutti i fantasmi delle illusioni e delle commozioni recenti abbandonarono a un tratto il mio spirito, come i fiori d'un albero scosso da una folata gagliarda. E come i fiori caduti sono per l'albero irrecuperabili, così furono per me quelle cose dell'anima: mi divennero estranee. Feci uno sforzo, tentai di raccogliermi; non riuscii a nulla. Mi misi a girare per le strade, senza scopo; entrai da un pasticciere, entrai da un libraio; comprai dolci e libri macchinalmente. Scendeva il crepuscolo; s'accendevano i fanali; i marciapiedi erano affollati; due o tre signore dalle loro carrozze risposero al mio saluto; passò un amico a fianco della sua amante che portava tra le mani un mazzo di rose, camminando presto e parlando e ridendo. Il soffio malefico della vita cittadina m'investì; risuscitò le mie curiosit
Gli editori pagano poeti perchè sciupino tempo ed intelligenza a fabbricare e ad ammannire secondo le ricette di quel grottesco pasticciere che si chiama Luigi Illica quella fetida torta a cui si d
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