United States or Pakistan ? Vote for the TOP Country of the Week !


Il dottore Agenore vi giunse verso il mezzodì, a piedi, sotto la sferza d'un sole di maggio che per l'occasione fausta si era fatto anticipare i raggi di luglio. Grondava di sudore il poveraccio, era impolverato ed ansante.

La signora lo ricevette nella sua camera da letto, in veste da mattina, sdraiata sopra un divano, dandosi l'imperio e la disinvoltura dell'indolenza. Buon giorno, dottore, disse la prima, come sta? Bene, rispose Agenore senza scomporsi, e quanto a lei, cara signora, invece di domandarglielo me ne accerterò io stesso.

Gli autori sono in contrasto, disse il dottor Agenore con molta disinvoltura; si danno ragioni di peso da una parte e dall'altra; le probabilit

Ernesta notò che la sua voce aveva un lieve tremito, e che volendola assicurare riusciva solo ad ingrossarla. Anch'essa voleva parer serena, ma aveva l'ansia, ed Agenore se ne avvide; le venne presso, le strinse la mano. Tremavano leggermente tutti e due. Dovrò rimanere a letto? chiese Leonardo. Sarebbe meglio; ma il dottor Q.... dice che, se preferisci alzarti, nel tuo stato non vi è pericolo.

Ernesta rise, non so se dell'immagine o dell'intenzione del dottore. Ma la pudica Virginia avea ricevuta una dichiarazione e se la teneva, e non ci era verso di fargliela restituire; e questa volta come le altre, Agenore dovette finire con lasciare il campo, infilando l'uscio. Anche la cuginetta, le cui visite da qualche tempo coincidevano con quelle del dottore, non tardò ad andarsene.

Finalmente il pasto finì e la bella congedò i colombi che spiccarono il volo dirigendosi al basso. Anche Ernesta spiccò il volo ed in un istante fu presso ad Agenore con modi festosi. Il bravo dottore! Il bravo dottore! E la bella visita!

Quando Leonardo fu accomodato nel seggiolone e le due donne rientrarono nella camera, il dottor Agenore avea il naso sopra una specie di taccuino. Per non leggere di peggio sulla faccia della signorina Virginia, leggeva il manuale medico.

Otto giorni dopo, colla data del 6 giugno, Ernesta scriveva al dottor Agenore: «Caro Dottore Mi annoio mortalmente: le è possibile anticipare l'ordinazione dei bagni al suo amico Leonardo e mandarlo a Spa, perchè io possa passare una quindicina di giorni a Milano?» E colla data del 10 il dottor Agenore rispondeva: «Carissima signora Il mio amico Leonardo parte domattina, colla prima corsa

Mi dia tempo a pensare, rispose scherzando la bella. Ho capito, concluse Agenore, ho capito.... non una parola di più, ho capito; tornerò stasera. Ernesta lo seguì collo sguardo, finchè fu scomparso, poi andò rasserenata presso al marito. Che ti ha detto Agenore? le domandò il cieco.

E appena Agenore se ne andò a girare pei campi col fucile ad armacollo, il poveretto corse in una stanzetta piccina e gentile, si arrestò sull'uscio come sul limitare d'un tempio, finchè la sacerdotessa gli venne incontro ad introdurlo colla cerimonia d'un sorriso e d'un bacio.