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Aggiornato: 11 luglio 2025


Grazie, disse il cieco melanconicamente, anche tu sei paurosa come Agenore; ma sono forte, la finestra è l

Perchè alla fine, proseguì il dottor Agenore accalorandosi, alla fine la vita è breve, e la gioventù fugge, e la bellezza svanisce, e i fluidi perdono la loro elasticit

Il dottore, che si era fermato un istante sulla soglia di casa sua, a questo punto girò la maniglia dell'uscio e scese solennemente le scale. In cui il dottor Agenore ne fa una grossa.

Perchè quella creaturina non assomiglia a Virginia ad Agenore; la mamma ha gli occhi azzurri, il babbo neri, e il piccino non li ha di nessun colore.... in compenso ha il naso rivolto in su, mentre la mamma lo ha affilato ed il babbo aquilino.... ha.... Via, diciamolo, non ce n'ha colpa.... ma è bruttino.... Il nostro sar

Ma una voce acuta, meglio un fischio che una voce, gridò ad un tratto dall'alto della magnolia, due volte, tre, con insistenza. E dove il dottor Agenore udì solo la nota ripetuta d'uno stornello, Ernesta intese distintamente: Non è lui, non è lui, non è lui

Si levò in piedi trasfigurata in volto, in preda ad una commozione profonda, fe' cenno ad Agenore stesse zitto e ricercò coll'occhio in mezzo al verde fogliame l'alato consigliere.... finchè lo vide: «Non è lui, non è lui, non è lui! ripetè lo stornello e spiccò il volo a raggiungere la carovana de' suoi compagni che girava intorno intorno come una nuvola.

La cameriera fece cenno di , guardò il dottore e se n'andò; Agenore, pigliando per mano la bella adirata, la trasse con lieve violenza sul divano e cominciò colla sua voce carezzevole: Povera creatura! Povera creatura! Quante doti inapprezzate ed inapprezzabili, quanta bellezza, quanto sentimento, quanta bont

Ernesta non disse più nulla, spinse l'uscio socchiuso della casetta ed entrò in un salotto, salutata al solito dai canarini che svolazzavano per la gabbia a farle festa. Ma questa volta la bella non badò al cinguettìo carezzevole, e si lasciò cadere sopra un divano in atto di stanchezza. Agenore le sedette a fianco, stette un pezzo a guardarla in silenzio, poi le prese la mano, che non si ribellò.

Leonardo ed Ernesta si abbracciarono stretti, senza parole, senza lagrime.... Tante commozioni e tanti contrasti furono funesti all'amabile cuginetta. Due giorni dopo il dottor Agenore, recandosi a far visita a Leonardo, si vide venire incontro Ernesta con modi da indovinello, tra il serio ed il burlesco. Presto, presto, dottore, si ha bisogno di lei. Leonardo?

Come ti senti? Bene. Ti bruciano gli occhi? No.... L'infiammazione cessa; tanto meglio.... mi raccomando, bevi la tua pozione, mangia le minestrine, e non agitarti; procura di dormire.... io me ne vado, tornerò stanotte. Grazie disse Leonardo rimango solo? Prima di rispondere, Agenore guardò Ernesta, la quale gli fe' cenno di non dir nulla.

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