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Aggiornato: 11 giugno 2025


Più volte in uno stesso giorno la porta di quella camera si apriva lentamente, un'altra ombra colossale chiudeva il vano, stava un istante immobile, poi si accostava al letto sulla punta dei piedi, un bisbiglio sommesso rompeva quell'aria muta; allora Leonardo sospirava dal suo letto per farsi intendere; non gli si rispondeva: l'ombra si muoveva poco dopo, la porta cigolava un'altra volta Agenore se n'andava com'era venuto.

Sette!... Non è vero? Proprio sette!... Bisogna aprire la finestra, è l'ora.... il sole se ne è andato, non vi è pericolo che la luce troppo viva mi faccia male. E siccome Ernesta indugiava, non sapendo se dargli retta o no, il cieco soggiunse: Me l'ha concesso Agenore, che è pieno di scrupoli.

Il dottor Agenore ne diede la notizia ad Ernesta senza preamboli; secondo lui l'intorbidamento caterattoso corticale si era felicemente mutato, per effetto d'una granulazione, in cateratta bilaterale perfetta e vicinissima alla maturit

Il giorno successivo Virginia anticipò, e giunse appena in tempo; il dottor Q... entrava appunto allora. Vedi un po' se avessi tardato qualche minuto! disse ad Ernesta entrando, dietro al medico, nella stanza di Leonardo. Ma ecco il dottor Agenore farsi presso alla signorina Rinucci, e colla sua voce di falsetto dirle: Signorina, se Leonardo la vede corre rischio di restare abbagliato....

Il dottor Agenore anche questa volta fu ad un pelo di supplicare la bella, perchè mitigasse la pena di morte che gli infliggeva colla sua bellezza in prigionia perpetua; ma anche questa volta l'ardita metafora gli parve, come sarebbe stata, prematura. Erano giunti alla casa, ed al loro arrivo uno stormo di uccelli si levò a volo dal tetto, oscurando il cielo come un nugolo nero.

È almeno facile la guarigione? domandò Ernesta. Facile no; molte volte, dopo un'operazione ben riuscita, la cateratta si riproduce; oppure.... Ernesta l'interruppe posandogli una mano sui braccio. Si muove.... Il dottore andò presso l'infermo, gli toccò il polso e gli parlò con accento di tenerezza. Leonardo.... Agenore.... rispose una voce dolente che fece palpitare il cuore della povera donna.

Andava famoso al Caffè Cova per le sue avventure galanti, incominciate sempre con una lezione d'anatomia, allo scopo di ottenere la cura radicale delle opinioni e dei sentimenti delle belle. Si diceva di lui che una volta, dopo d'aver spinto l'innamorata fino alle ultime trincere e costrettala alla resa, aveva rinunciato ai frutti della vittoria, perchè il generale supremo dell'esercito nemico, vulgo il marito, era entrato in sospetto della cosa, se ne sarebbe accorto e ne avrebbe avuto dolore. La clientela del dottore rideva grassamente del gran rifiuto, come lo chiamava con frase dantesca; Agenore lasciava ridere e rispondeva invariabilmente: È questione di principî. L'adulterio è cosa semplicissima; la fisiologia non lo vieta, anzi lo consiglia; è il solo rimedio trovato dalla Natura a quella malattia sociale che è il matrimonio, a patto però che il marito non ne sappia nulla. Se egli lo sa (fragile ed imperfetto come è quasi sempre il nostro organismo), ne avr

Agenore stringeva fra le sue una mano della bella, e la bella lasciava fare: pareva distratta, passava ogni tanto la mano libera sulla fronte come per allontanare un pensiero insistente pensiero insistente non importuno, lo diceva la benigna languidezza dell'atto con cui veniva respinto.

E perchè ci siamo? domandò Ernesta, levando gli occhi con uno stupore scherzoso. Per un occulto motivo che ci sfugge, e per uno palese che è... che è... che è... l'amore. In un'altra occasione Agenore avrebbe detto «la riproduzione delle speciema il suo sistema di seduzione si fermava, come tutti gli altri sistemi, all'amore... sostantivo comune di genere mascolino.

Agenore applicava queste idee ed altre sull'antitesi a quel brusco passaggio dal bianco al nero che non poteva credere privo di significato.

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