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O io m'inganno o Bruno Sperani in questo suo lavoro è riescita maestrevolmente; il personaggio e l'ambiente non potevano avere una riproduzione meglio riuscita meglio e all'uno e all'altro poteva riuscire ad imprimere la propria fisonomia. Nella Nebbia, 1889.

Pochi mobili, di forma semplice; sulla tavola da lavoro, in un angolo, una stupenda riproduzione della Giuditta del Botticelli; presso la tavola, una piccola biblioteca girevole in cui erano adunati libri di consultazione e autori prediletti. Unico lusso, una grande larga poltrona di cuoio, nella quale Bruno si stendeva qualche volta a fumare. Volle che Gigi prendesse posto in quella poltrona.

Se io ristampassi quelle opere politiche che scrissi giá a diverse occasioni, io mi terrei a siffatto modo di riproduzione letterale, sola onesta in tal caso. Ma qualunque scritto fatto con intenzione a tutti i tempi, e perciò qualunque storia, deve certamente migliorarsi dallo scrittore, finché e quanto piú possa.

Sul muro di sinistra, una composizione simmetrica rappresenta un corteo di giovani sante, un'adorazione di magi e una riproduzione architettonica. La Vergine occupa il trono, ed è una figura dolce e graziosa; ha la testa cinta dal velo delle religiose. Quanto ai re magi, la loro origine barbara si manifesta nei mantelli corti fatti di broccato, nei colori vistosi e nell'abito intero. Prive di ogni personalit

La loro Madonna, quella dell'altare dove si mettevano ai Santi Apostoli per ascoltare la messa era la riproduzione d'un quadro notissimo di Raffaello: Lo sposalizio della Vergine. Allora egli cercò un libriccino di preghiere, che avesse appunto quell'immagine sulla prima pagina: lo trovò, vi nascose dentro la lettera, e la mandò col libro all'Adele. Pareva al giovane innamorato che la bella Madonna, la quale aveva veduto nascere e diffondersi l'amore dell'uno all'altro, dovesse esserne la sacra e casta intermediaria, dovesse attestare l'onest

Se havvi, in questa confusa filosofia, una teoria fondamentale è ancor quella platonica della preesistenza delle idee, di cui il mondo visibile, il mondo dei sensi, è la riproduzione avvenuta per mezzo di un dio creatore, che, per Giuliano, è emanato e staccato dal dio supremo, e si rivela agli uomini sotto l’aspetto del Sole. Le forme ideali devono preesistere alle forme reali. Infatti «quando la sostanza, che si rivela generatrice nella natura, si appresta a generare nella bellezza ed a deporre un figlio²¹¹, è necessario sia stata preceduta dalla sostanza eternamente generatrice nella bellezza ideale, la quale non produce ad intermittenza, perchè ciò che è bello, lo è, nel mondo ideale, da tutta l’eternit

Vuol dire che quegli scrittori hanno forse tutte le doti di artisti, non mi riguarda, ma quando gridano di riproduzione dal vero non sono esatti: si sono fermati a' giubbetti ed ai fioretti, e nelle anime non hanno guardato: se le anime avessero vedute e sentite ben altro dovere avrebbero dato alla loro letteratura.

E perchè ci siamo? domandò Ernesta, levando gli occhi con uno stupore scherzoso. Per un occulto motivo che ci sfugge, e per uno palese che è... che è... che è... l'amore. In un'altra occasione Agenore avrebbe detto «la riproduzione delle speciema il suo sistema di seduzione si fermava, come tutti gli altri sistemi, all'amore... sostantivo comune di genere mascolino.

L'allusione era velata, discreta, fatta con molto garbo e molta finezza, in mezzo a' segni della più grande opulenza, poichè il banchiere era in visita dalla principessa e, girando gli occhi attorno a , vedea per tutto oggetti di molto prezzo e acquistati solo per mera fantasia: cinquantamila lire un quadro del Grenze: diciottomila una statuetta di bronzo, di cui era proibita la riproduzione.

E la dolorosa conclusione è questa: Mentre nelle condizioni contemporanee gli scrittori anche i giovani pur troppo! che si danno allo studio e alla riproduzione della sconsolata vita popolana o campagnuola, dovrebbero sentir fremere nell'anima l'opera civile l'opera d'arte verrebbe poi! si fermano invece ai maccheroni al pomidoro e alle ostrichette di castello. Fenesta che lucive! ecco Napoli!