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Un giorno che si felicitava più che mai in un serio soliloquio della decisione presa, misurando quanto male potrebbe derivare dall'abbandonarsi alla corrente, si trovò senza saperlo nella via della casa proibita; passò al solito a sinistra, ma quando fu in faccia alla casa, abbassò d'improvviso la testa come un uomo vinto, e quasi ubbidisse fatalmente all'impulso delle sue gambe traversò la strada ed entrò.

L'allusione era velata, discreta, fatta con molto garbo e molta finezza, in mezzo a' segni della più grande opulenza, poichè il banchiere era in visita dalla principessa e, girando gli occhi attorno a , vedea per tutto oggetti di molto prezzo e acquistati solo per mera fantasia: cinquantamila lire un quadro del Grenze: diciottomila una statuetta di bronzo, di cui era proibita la riproduzione.

E i suoi divertimenti furono presi dove li trovava: più che altrove in cucina. Le sarebbe piaciuto di lavare i piatti, ma questa era una gioia proibita; ma le piaceva farsi vedere con un asciugamano di cucina sotto al braccio, a girare per la cucina, o a spolverare i mobili con fare disinvolto e importante, come Minna.

Fermiamoci un istante, prima di procedere alla chiusa del documento. È veramente curioso, ed è una prova della passione che altera tutti i giudizî relativi a Giuliano, che si possa accusare di intolleranza religiosa la sua legge, dopo una dichiarazione tanto esplicita e chiara. Intolleranza ci sarebbe stata, solo nel caso ch’egli avesse proibita la propaganda cristiana, ch’egli avesse posto ostacolo alla predicazione ed alla diffusione dei libri cristiani. Ma egli dice proprio l’opposto. Egli dice che le chiese dei Cristiani sono aperte ed esorta i loro maestri ad entrarvi per leggere coi fedeli i libri in cui sta la loro dottrina. Quando noi pensiamo che Giuliano era ardentissimo nell’amore della causa pagana e ch’egli era un imperatore onnipotente e che combatteva il Cristianesimo per ragioni dogmatiche, dobbiamo riconoscere che non solo non era intollerante, ma ch’egli ha dato un esempio veramente meraviglioso di tolleranza e che, per questo rispetto, egli offre la mano al mondo moderno, passando al di sopra del Medio Evo e dei secoli seguenti. Questa condotta di tolleranza assoluta è affermata anche nelle ultime parole della sua circolare. «Per quanto sta in me

È ugualmente punita di multa e prigionia la violazione della festa. Il codice dice: Ogni occupazione mondana, sia di piacere, sia di speculazione, è proibita alla domenica: in tal giorno, non solo ogni luogo di divertimento dovr

Tornò infellonito alla riscossa, e tempestando colpi a ritta e a manca riuscì a farsi largo nella calca che più e più lo stringeva; ma Damiano e Bernardone, i quali, benchè senz'armi bastoni, pur non volevano indietreggiare, vista quella cieca furia, con una giravolta gli riuscirono alle spalle. Tien fermo, Damiano! gridò Bernardone, che gliela fo veder bella io, a questa faccia proibita!

7 Potria poco giovare e nuocer molto; che 'l tentar qualche volta Idio disdegna. Non so s'in questo io mi sia saggio o stolto; ma non vo' più saper, che mi convegna. Or questo vin dinanzi mi sia tolto: sete non n'ho, vo' che me ne vegna; che tal certezza ha Dio più proibita, ch'al primo padre l'arbor de la vita.

Innocenzo VI, nel 1679, condannò la seguente proposizione di Caramuel: «E' chiaro che la fornicazione non ha in se malizia alcuna, ed è cattiva solo perchè è proibita: l'opinione contraria ci sembra in opposizione alla ragione

È proibita al console della Sorìa la pratica invalsa di non permettere il passaggio a mercanti esteri sulle navi venete. 1624, 20 agosto. Per sollevare i trafficanti colla Sorìa delle gravi spese sotto varii pretesti introdotte, è ordinato: I consoli non debbono vendere cosa alcuna a cottimo per nome loro. Non sieno dati ai giannizzeri più di 700 ducati di buona valuta all'anno.

E ritastava il pugnale: arma proibita, arma italiana che lo straniero condanna, come se la baionetta o la scimitarra bagnate da lui tante volte nel sangue innocente, siano armi più nobili d'un pugnale immerso nel petto d'un assassino o confitto in quello d'un tiranno.