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«S’ei posson dentro da quelle faville parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che ’l priego vaglia mille, che non mi facci de l’attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver’ lei mi piego!». Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l’accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

7 Potria poco giovare e nuocer molto; che 'l tentar qualche volta Idio disdegna. Non so s'in questo io mi sia saggio o stolto; ma non vo' più saper, che mi convegna. Or questo vin dinanzi mi sia tolto: sete non n'ho, vo' che me ne vegna; che tal certezza ha Dio più proibita, ch'al primo padre l'arbor de la vita.

<<Sanza vostra domanda io vi confesso che questo e` corpo uman che voi vedete; per che 'l lume del sole in terra e` fesso. Non vi maravigliate, ma credete che non sanza virtu` che da ciel vegna cerchi di soverchiar questa parete>>. Cosi` 'l maestro; e quella gente degna <<Tornate>>, disse, <<intrate innanzi dunque>>, coi dossi de le man faccendo insegna.

74 Sobrin che di tanto uom vede l'assalto, stretto ne l'arme s'apparecchia tutto: come nocchiero a cui vegna a gran salto muggendo incontra il minaccioso flutto, drizza la prora; e quando il mar tant'alto vede salire, esser vorria all'asciutto. Sobrin lo scudo oppone alla ruina che da la spada vien di Falerina.

«S’ei posson dentro da quelle faville parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che ’l priego vaglia mille, che non mi facci de l’attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver’ lei mi piego!». Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l’accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

Comincia dunque; e ove s’appunta l’anima tua, e fa ragion che sia la vista in te smarrita e non defunta: perché la donna che per questa dia regïon ti conduce, ha ne lo sguardo la virtù ch’ebbe la man d’Anania». Io dissi: «Al suo piacere e tosto e tardo vegna remedio a li occhi, che fuor porte quand’ ella entrò col foco ond’ io sempr’ ardo.

e vederai color che son contenti nel foco, perche' speran di venire quando che sia a le beate genti. A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a cio` piu` di me degna: con lei ti lascero` nel mio partire; che' quello imperador che la` su` regna, perch'i' fu' ribellante a la sua legge, non vuol che 'n sua citta` per me si vegna.

e vederai color che son contenti nel foco, perche' speran di venire quando che sia a le beate genti. A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a cio` piu` di me degna: con lei ti lascero` nel mio partire; che' quello imperador che la` su` regna, perch'i' fu' ribellante a la sua legge, non vuol che 'n sua citta` per me si vegna.

Non è di questi duo, per fare esangue l'orribil mostro, che più inanzi vegna: l'uno Francesco di Pescara invitto, l'altro Alfonso del Vasto ai piedi ha scritto. 53 Ma Consalvo Ferrante ove ho lasciato, l'ispano onor, ch'in tanto pregio v'era, che fu da Malagigi lodato, che pochi il pareggiar di quella schiera?

E un che d'una scrofa azzurra e grossa segnato avea lo suo sacchetto bianco, mi disse: <<Che fai tu in questa fossa? Or te ne va; e perche' se' vivo anco, sappi che 'l mio vicin Vitaliano sedera` qui dal mio sinistro fianco. Con questi Fiorentin son padoano: spesse fiate mi 'ntronan li orecchi gridando: "Vegna 'l cavalier sovrano,