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Aggiornato: 17 ottobre 2025
Pero`, la` onde vegna lo 'ntelletto de le prime notizie, omo non sape, e de' primi appetibili l'affetto, che sono in voi si` come studio in ape di far lo mele; e questa prima voglia merto di lode o di biasmo non cape. Or perche' a questa ogn'altra si raccoglia, innata v'e` la virtu` che consiglia, e de l'assenso de' tener la soglia.
E percioché molti non intendenti credono la poesia niuna altra cosa essere che solamente un fabuloso parlare, oltre al promesso mi piace brievemente quella essere teologia dimostrare, prima ch'io vegna a dire perché di lauro si coronino i poeti.
recasti gia` mille leon per preda, e che, se fossi stato a l'alta guerra de'tuoi fratelli, ancor par che si creda ch'avrebber vinto i figli de la terra; mettine giu`, e non ten vegna schifo, dove Cocito la freddura serra. Non ci fare ire a Tizio ne' a Tifo: questi puo` dar di quel che qui si brama; pero` ti china, e non torcer lo grifo.
E quella pia che guido` le penne de le mie ali a cosi` alto volo, a la risposta cosi` mi prevenne: <<La Chiesa militante alcun figliuolo non ha con piu` speranza, com'e` scritto nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: pero` li e` conceduto che d'Egitto vegna in Ierusalemme per vedere, anzi che 'l militar li sia prescritto.
E quella pïa che guidò le penne de le mie ali a così alto volo, a la risposta così mi prevenne: «La Chiesa militante alcun figliuolo non ha con più speranza, com’ è scritto nel Sol che raggia tutto nostro stuolo: però li è conceduto che d’Egitto vegna in Ierusalemme per vedere, anzi che ’l militar li sia prescritto.
Vegna ver’ noi la pace del tuo regno, ché noi ad essa non potem da noi, s’ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler li angeli tuoi fan sacrificio a te, cantando osanna, così facciano li uomini de’ suoi. D
38 La magnanima donna, a cui fu grata sempre ogni impresa che può farla degna d'esser con laude e gloria nominata, subito al ponte di venir disegna: ed ora tanto più, ch'è disperata, vien volentier, quando anco a morir vegna; che credendosi, misera! esser priva del suo Ruggiero, ha in odio d'esser viva.
Con l'unghie si fendea ciascuna il petto; battiensi a palme, e gridavan si` alto, ch'i' mi strinsi al poeta per sospetto. <<Vegna Medusa: si` 'l farem di smalto>>, dicevan tutte riguardando in giuso; <<mal non vengiammo in Teseo l'assalto>>. <<Volgiti 'n dietro e tien lo viso chiuso; che' se 'l Gorgon si mostra e tu 'l vedessi, nulla sarebbe di tornar mai suso>>.
O per onta di me d'aspre catene Gravi perversa man la mia reina? Ella goda qua suso aure serene Fin ch'io godo del ciel l'aura divina; S'incontra il mio valor miseria indegna Ovunque son per gir meco sen vegna.
Vegna ver’ noi la pace del tuo regno, ché noi ad essa non potem da noi, s’ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler li angeli tuoi fan sacrificio a te, cantando osanna, così facciano li uomini de’ suoi. D
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