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Anne-Marie! è la musica che ti fa piangere? chiese. La piccina la tenne stretta, e non rispose. Nancy la indusse con mille carezze a tornare nel letto; e la ricoprì e la baciò e la lasciò nel buio. La porta tra di loro rimase aperta. Nancy al suo tavolino udiva la melodia tenera della «Berceuse» di Grieg e il gaio staccato del «Minuetto» di Händel.

A Sampierdarena il nostro vagone venne staccato e lasciato fuori dalla tettoia. C'era un intervallo di due ore e mezza. Era un'altra punizione che avremmo scontata se i carabinieri non avessero avuto fame. Avevano appetito, volevano mangiare col sedere sulla scranna, e dare anche a noi il modo di far colazione più comodamente che ammanettati nella cella.

che vedi che le rimane la imprompta, levato che 'l suggello s'è; cioè che, consumata quella materia, cioè gli accidenti del pane, questo vero Sole si ritorna a la ruota sua; non che fusse staccato, come decto t'ho, ma unito insieme con meco.

I Francesi erano ancora lontani e la fiducia nell'equilibrismo era ancora fresca e promettente. «I Francesi scriveva il 22 maggio Foscarini al Doge, di cui ancora non conosco le forze sono per quanto la diligenza dell'eccellentissimo rappresentante di Brescia mi scrive con sua lettera di ieri a Robecco, da dove, staccato un uffiziale con cinque soldati per passare il ponte sull'Olio entrarono nella terra di Ponte Vico, ricercando se vi fossero altri ponti vicini o altri porti, e quanto fondo il fiume avesse.

Perciocché per quanto severo sia il giudicio che si deve fare degli ultimi papi, inutilissimamente qui chiamatori di nuovi stranieri, il fatto sta che la libertá d'Italia non fu mai cosí presso a compiuta come ne' due secoli seguenti, come in generale tutte le volte che alla signoria o preponderanza tedesca sul settentrione d'Italia si contrappose staccato il Regno del mezzodí.

Lucia, con il capo staccato dai guanciali, le mani puntate su la rimboccatura, la guardava con i grandi occhi scuri cerchiati di livido. «Suor Teresa! Si riadagiò subito, affievolita dal lieve sforzo; rinchiuse gli occhi che male sostenevano la languida luce, e disse i suoi sentimenti a frasi spezzate; in un soffio.

Costretta dalla sua condizione di padrona di casa, Ginevra aveva saputo, veduto ogni cosa più lieve, e ciò che aveva veduto e saputo raccontava partitamente all'amica, non dimenticando nulla, nemmeno il tacco del piccolo Riario, che s'era staccato nel fervor delle danze. Tutta la lettera era un chiacchierìo, un cinguettìo, uno scoppio di risa. L'amaro, quel che Aloise cercava, era in fondo.

Le sembrava ancora la più bella poesia del mondo, l'aveva recitata un giorno al dottorone, sperando di commoverlo, ma egli aveva risposto: Non creda ai poeti; essi cantano d'amore nello stesso modo che i becchini seppelliscono i morti, per professione. Nelle pagine della strenna c'era un foglietto, staccato, come si vedeva, da una lunga lettera.

Ma ecco che un altro suono le colpì l'orecchio: un suono dolce, staccato, regolare che pareva il lento battito d'una pendola. Quel suono le dava un senso di calma profonda e soave. Volse il capo sui guanciali e guardò. Era la culla!

Riceveva col salario i vestiti e le scarpe, come si usa in provincia, ed il denaro delle sue mesate lo metteva tutto da parte per quando avrebbe sposato il bersagliere. S'era fatta lei stessa, col suo filato, varie pezze di tela che serbava preziosamente nel baule, e non ne avrebbe staccato da farsi una camicia per nulla al mondo.