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Aggiornato: 2 maggio 2025
Chi si tolse il peso enorme di scolpare il pontificato avverte come il Papa si oppose a che Liutprando usurpasse Ravenna, ed anzi non quietò se prima con esortazioni, e con profferte di soccorsi non ebbe mosso Orso doge di Venezia a ripigliarla ed a restituirla all'esarca; la quale cosa intendendola come si manifesta menerebbe alla conclusione, che il Papa dannava in altrui quanto per sè sosteneva buono; il panno mostra la corda; egli non pativa aumento di potenza nei Langobardi, e poichè per allora non la poteva pigliare per sè procurava la rendessero al greco imperatore, come quello a cui debole essendo e remoto si poteva con più agevolezza a tempo ed a luogo cavare di mano. Perché i Veneti non si tenessero Ravenna non fie difficile indovinare; fatti i conti più volte, essi avranno trovato che cavavano più utile dare, che tenere Ravenna a cagione dei traffici loro in oriente, i quali avrebbero sofferto forse irreparabile danno se si fossero accapigliati co' Greci: lo interesse, ch'è la più salda canapa per filare legami fra gli uomini, in cotesto tempo teneva stretti insieme Veneti e Greci; di vero Gregorio si pose in balìa ai Veneti per disperato, essendo prima ricorso a Carlo Martello, che al non volere (stando egli allora in procinto di rompere guerra ai Salici ed agli Aquitani) dava colore onesto di non potere, però che Liutprando gli avesse salva la vita sul campo di battaglia e per giunta adottato il suo figliuolo Pipino, onde Gregorio III successore di Gregorio II, il quale di coteste lustre s'intendeva, appena seppe Carlo Martello sviticchiato dalla guerra salica, ed aquitana, lo tentò da capo mandandogli solenne ambasceria con lettere, e doni. Ancardo preside degli oratori lo avrebbe chiarito meglio a voce; fra i doni, le catene, e le chiavi di San Pietro; fiero e pure unicamente verace simbolo di quanto il Papato operò per la Italia, fornì le catene allo straniero onde la incatenassero: chè le chiavi poi fossero consegnate a San Pietro per serrare e disserrare il cielo e lo inferno le sono novelle, ma che con esse in mano il Papa ricordi avere sempre aperto, funesto portinaio, e maligno le porte della nostra Patria allo straniero è verit
Egli fila la sua voce come la seta e ne fa ciò che vuole... Siamo intesi! la calugine del velluto, e la corda tessuta di seta e di oro, con cui la regina Giovanna impiccava suo marito, interruppe Don Diego. Tu sei più nel vero che non pensi. Io era dunque inginocchiata, affatto rimpetto a lui.
Fruga ora nella tua testa di rapa per cercar modo di condurmi qui quella ragazza, se no, per Dio, i sotterranei del palazzo udranno risuonare presto lo schifoso tuo falsetto sotto la stretta della corda o il pizzicare della tenaglia".
Fu calato dalla corda: e benchè avesse pel tormento perduto il vigore di reggersi, non gli fu dato che breve riposo, perchè Gian Giacomo volle in sua presenza assumere tosto ad esame anche il Cancelliere e Gabriele, onde tentare almeno di venire in chiaro del fatto.
Io avea una corda intorno cinta, e con essa pensai alcuna volta prender la lonza a la pelle dipinta. Poscia ch'io l'ebbi tutta da me sciolta, si` come 'l duca m'avea comandato, porsila a lui aggroppata e ravvolta. Ond'ei si volse inver' lo destro lato, e alquanto di lunge da la sponda la gitto` giuso in quell'alto burrato.
DON FLAMINIO. Sto per accommodarmi la cappa sotto e sedermi in terra per ascoltare con maggior agio. LECCARDO. Tacete mentre parlo. DON FLAMINIO. Comincia presto, che fai? Sto attaccato alla corda, non sentii mai in mia vita la maggior pena. LECCARDO. Voi state malcontento, e se non vi vedo allegro non posso parlare. DON FLAMINIO. Che cagion ho io di star allegro?
Ma come? il discosceso della rupe impediva, non che d'accostarsi, nè tampoco di vedere se costei fosse nell'acqua, se in nave, se s'uno scoglio. Andare per una barca sino a Vaprio era lungo viaggio, poi più lungo il salire a ritroso della corrente; ella intanto si sarebbe affogata. Volete una corda?» le gridarono. Sì, sì... una corda: Ajuto, ajuto... subito... Il mio bambino muore.»
E gli spiegò della scala di corda, e della sbarra limata, che dovea lasciarlo passare. Ho osservato soggiunse che allo scocco delle tre si mutan le guardie. Arriva qui dinanzi un picchetto di soldati.
E quindi tornando al banco, con voce e gesti infelloniti di faccia al Moscati gridava: Su via, signor Presidente, battiamo il ferro quando è caldo: mettiamo a profitto lo sgomento che deve avere incusso il terrore nello spirito dell'accusata; sentiamo un po' in qual nota canti costei a suono di corda; e dardeggiava gli occhi contro Beatrice come lingua di vipera.
Marfisa disse: Basta, non parliamo; ciò che vidi a che vedo non s'accorda: di grazia, a razzolare non andiamo; non son, come credete, e cieca e sorda. D'accordo solamente rimaniamo ch'ir voglio e stare, e che non soffro corda, e sola e accompagnata, ovunque io vada, e, s'ho voglia, anche ignuda per la strada.
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