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Aggiornato: 27 giugno 2025
Ma sei male, Triperuno, su la via di conoscere, in cui posciati ella danneggiare. TRIPERUNO. Avvelenarmi? LIMERNO. No. TRIPERUNO. Farmi con ferro uccidere? LIMERNO. Né questo ancora. TRIPERUNO. Tôrmi la fama? LIMERNO. Non ha credito. TRIPERUNO. In qual foggia dunque? LIMERNO. Trasformarti in uno asino. TRIPERUNO. Che dite voi? LIMERNO. Un asino, sí; tu ti maravigli dunque?
E perchè tutto questo?... perchè l’uomo è un asino, che si lamenta quando è legato alla greppia colla cavezza, e appena lasciato libero mena calci da disperato e calpesta da stolto la terra, sulla quale non sa vivere, nè lasciar vivere in pace i suoi simili.
LIMERNO. Se tu sapessi la importanza di questo scrivere e lo mandar cosí facilmente a luce le cose sue, vi averessi meglio pensato; ché pagarei un tesoro di Tiberio, non mai ne gli occhi de tanti valentuomini una mia operetta scoperta si fusse. TRIPERUNO. Come farò io dunque, misero me? ch'io debbia un asino devenire?
Dalla impresa del Duca in fuori, non mi sovveniva sul momento altro partito per procurarmene. Chi si è dannato per femmine, chi per terre, o baronìe, chi per moneta: destino di Olimpio era, ch'ei si dannasse per un Asino...
Il buon vino era una mistura d'acqua di fonte, acquavite di patate, e non so che sostanze coloranti; il buon ristoro, pane stantìo, formaggio pecorino, salame di asino, carne di capretto e qualche volta un po' di caccia o qualche uova od un par di pippioni, o qualche pesce pescato nel fiume regale, che scorreva poco lontano.
Sono stato un ingrato, non c'è che dire, e tu se' capace di avertelo avuto a male. Non è vero, grinzoso compare? Ahimè, non torna giovine chi vuole, e il meglio è ancora di tenersi caro il suo asino, con tutti i suoi guidaleschi. Signora Zita, le pantofole! Bene, grazie; buon giorno a lei, e buona notte a me.
Credersi più scaltro che altrui è lo scoglio dentro al quale per ordinario rompono gli astuti; onde a ragione il proverbio c'insegna, che in pellicceria vanno più pelli di volpe che di asino.
52 Si vennero a incontrar con esso al varco duo boscherecci gioveni, ch'inante avean di legna un loro asino carco; e perché ben s'accorsero al sembiante, ch'avea di cervel sano il capo scarco, gli gridano con voce minacciante, o ch'a dietro o da parte se ne vada, e che si levi di mezzo la strada.
MASTICA. Voi mi lodate, ché sempre mi ho conosciuto asino intiero. TRASILOGO. Tanto è. MASTICA. Non è tanto, no: misurate bene che senza cagione volete rompere l'amicizia meco. TRASILOGO. Dio voglia che non ti rompa la schena insieme con acqua di legno come infranciosato.
Menico, quando poteva scappare, le veniva incontro un buon tratto di strada per aiutarla; ma se gli altri se ne accorgevano, guai! lo picchiavano come un asino ed anche più forte, perchè la pelle dell'asino costa quattrini.
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