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Egli scelse la virtù, e lasciò loro il delitto . Volontario si pose fra gli oppressi, e li difese con le parole e col sangue, finchè giacque col cranio spezzato dagl'implacabili Patrizii. Mani patrizie lo strascinarono per le vie latine: Patrizii quelli, che, col pretesto di porlo in parte dove non potesse più nuocere, lo gittarono trucidato fra i tuoi gorghi, o Tevere.

Ho veduto morire di fame due figliuoli respinti da un vescovo, creato ed arricchito da noi, per paura di Roberto Guiscardo. Ho veduto trucidato mio nipote da un valvassore, che noi avevamo donato del feudo, e violate le figlie mie morir per mano di soldati che il nostro pane avevano mangiato, per tornar graditi a Roberto Guiscardo.

Nello stesso momento cadeva estinto presso di lei un figlio di 13 anni, e veniva trucidato il bambino. La lotta durò accanita di stanza in stanza, di piano in piano, finchè divenuta impossibile la resistenza, cominciò la strage. Gli zuavi non accordarono quartiere ad alcuno: uomini, donne, fanciulli, quanti si trovavano, combattenti o inermi nella casa, furono passati a fil di baionetta.

; ma neppure gl'idi di marzo lo avrebbero veduto trucidato sotto la statua di Pompeo. Ogni uomo porta, nascendo, l'ascendente della sua stella. Avanti dunque. Voi non potete fallire, che vi sovviene copia di autori volgari, greci e latini. D'altronde perchè repugnate commettervi alla fortuna? Ella governa il mondo.

ESSANDRO. Vuoi partirti? NARTICOFORO. Mi partirò quanto ocius; se non, vo' essere trucidato. ESSANDRO. Lascialo calar giú. Avèrti, ascolta bene: all'altra, io ti passerò questa spada per i fianchi. NARTICOFORO. Oh, come m'hai difeso, capitan Dante! ti dovereste piú tosto chiamar capitan Recipiente che Dante!

Ma l'altro non lo ascoltava, che in cotesto punto concludeva certi suoi pensieri con la seguente formula: egli bisogna che sia con noi, o contro noi. Intanto il Farinaccio prosegue: Qui noi vediamo un cadavere, la gola squarciata da larga ferita. Chi è egli? Un padre. Chi lo ha trucidato? Sua figlia: ella senza impallidire lo dichiara; senza rimorso il confessa; anzi, se non lo avesse fatto, bandisce che tornerebbe a farlo. E chi è questa femmina dai truci pensieri, e dai fatti più truci? Eccola; una fanciulla di cui il sembiante par formato dalla mano degli angioli, onde quaggiù si mantenga il tipo della celeste purit

La madre Cornelia venne sola a chiedere che tu le rendessi il suo figliuolo. Popolo! Popolo! Anima di sabbia dove un perpetuo amore scrive senza posa, e dove la eterna ingratitudine del continuo cancella, dov'eri allora che Cornelia errava muta lungo le tue rive in cerca del trucidato figliuolo? sussurrante nelle taverne della vile Suburra, fra le anfore di vino e i ceci fritti .

Ugo venne nella corte. Tutto era buio, e poco mancò non inciampasse e fosse trucidato. L'unico luogo che fosse illuminato da una fiaccola era l'androne della porta: Ugo vi si diresse, cogli occhi invano cercando un'arma qualunque: vide aperto il portone e calato il ponte, come era stato fatto per preparare la fuga a Bonello nel caso di colpo fallito, o per preparare il peggio. Ad un camerotto si affacciarono gridando dieci o dodici uomini, e minacciando. Ugo ne atterrò due in un baleno, ma, mentre stava per strappare loro la spada, eccogli vicinissimo quel grido di condanna: Ho giurato! Ugo, abbrividendo, si scagliò contro Bonello, e in un fascio tutt'e due stramazzarono sul ponte, e ruzzolarono innanzi sette od otto passi, che dalla tavola di legno vennero al ciglione del fossato. Bonello tentava di adoperare il pugnale, ma sotto la stretta del signore non poteva: la lotta divenne accanita per le percosse menate alla cieca. Alla fine Ugo abbrancò il pugnale. Bonello si svincolò, sorse, e prese a fuggire giù da una stradetta. Ugo corse, corse, giù, a fiaccacollo per balze, giù, perdette la traccia dell'altro, precipitò, e cadde rotoloni.... Non ascoltò più.... Quando si drizzò gridando: Voglio tornare al mio castello! ascoltò dietro, all'insù, gi

Non burlo io; anzi parlo del miglior senno che io mi abbia. Non avete voi mai letto le storie, almeno le romane? , le avete lette. Or bene; e a che pro leggete libri, se non ne fate vostro vantaggio per ben condurvi nel mondo? Rammentatevi la minaccia di Tarquinio a Lucrezia: egli, dove non gli assentisse la moglie di Collatino, le dichiarò l'avrebbe uccisa, e poi messo al fianco uno schiavo trucidato, pubblicando averla sorpresa nel turpe adulterio, e morta per giusto dolore della offesa fatta al parente, per vendetta della sacra maest

Così favellava il frate, e le sue parole cancellavano dallo spirito di Beatrice le ultime orme della notte funesta, in cui vide a piè del suo letto trucidato il padre per la mano dello amante. Ma negli altri giorni dove si nasconde egli? Padre mio, quando lo rivedrete, vi raccomando dirgli che si allontani da Roma; quest'aria è funesta per lui; qui vivono uomini implacabili, ed io lo so.