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Si ode una musica solenne. Rientra ARIELE e dietro di lui ALONZO che fa gesti frenetici, aiutato da GONZALO. SEBASTIANO e ANTONIO anch'essi farneticanti sono sostenuti da FRANCESCO e da ADRIANO. Tutti entrano nel cerchio tracciato da Prospero e rimangono presi dall'incanto. Prospero gli osserva un istante, poi prosegue: Una solenne musica, e il più buono consolatore ad un insano spirto curino il tuo cervello or fatto inane e quasi nel tuo cranio arso. Restate qui tutti fermi per l'incantamento! Sacro Gonzalo, onesto uomo, i miei occhi quasi compagni ai tuoi lascian cadere le medesime gocce. Si dissolva l'incanto e come i raggi del mattino rompono il tenebrore della notte, scaccino, i lor rinnovellati sensi, ogni torpido fumo che ravvolge la lor mente più limpida. E tu, bravo Gonzalo, salvator mio solo e a questi fedel compagno io pagherò le tue grazie e con opre e con parole. Molto crudelmente, o Re Alonso, verso mia figlia e verso me usasti. Tuo fratello più oltre ancor nell'azion si spinse ed or, Sebastian, sei fortemente castigato e nel sangue e nella carne. E voi, fratello mio, che a mantenere l'ambizion soffocaste il rimorso e la natura e con Sebastiano i cui tormenti son forti per questo uccider volevate il vostro Re, io ti perdono, per quanto tu sia fuori della natura. I loro sensi cominciano a destarsi e la crescente, marea tra poco invader

E forse anche la brutta che aveva vent'anni e il pezzotto comperato coi propri soldi, la bruttina sorrideva a un'illusione.... Oh le campane squillavano annunziando: Nasce il sole ed è l'amore del creato! Al mattino, essendo appena imbiancato il tenebrore dallo schiarirsi dell'oriente, il mare era placidissimo. Nessuna vela, nessun uccello, alla spiaggia nessun uomo.

Inorridito per le larve pallide, Mentre fugge accecato dalle spade, Ode dal fiume la canzon d'Ofelia E il sovvenir lo invade. E l'immensa caverna ognora stendesi Da ogni lato nel mondo interïore, O tenebrosa nel delitto o rosea Nel mistero d'amore. E l'uomo vi si perde senza guida, Oppresso, ammaliato, smorto, anelo... Ma pur fra il tenebrore e fra le strida Scorge un lembo di cielo.

Quell'equabile moto, il tenebrore e il silenzio che regnava d'intorno rotti flebilmente dal lieve susurrìo del progredir della barca, fece che ciascuno di que' tre che vi stavano assisi venissero assorti in profondi pensieri.

Dai vetri sudati non spiavamo tenebrore, stelle, luna, pigre nuvolaglie. Oh volevamo la nostra stanzetta, piccina, come la nostra ambizione, calda come un nido, illuminata come un santuario! Volevamo essere noi, noi soli, coi nostri ricordi, colle nostre ciarle, col suo balbettìo, col suo respiro, co' suoi starnuti, col nostro bimbo che ci aveva dato tutta la pace! Ci amavamo!

Il paese intiero era avvolto nelle tenebre, e lasciava scorgere solo indistintamente qualche parte del giardino. Emilia, appoggiata alla finestra, considerava quel tenebrore con rispettoso silenzio, ed alzava gli occhi al cielo adorando i decreti del Supremo Fattore.

Dovevano essere le dodici. La gente del camerotto sembrava sopita nel tenebrore della lanterna. Si vedevano qua e l

Attraverso la nebbia e il tenebrore, Stringendo a l’ammalato Petto, con senso di mortal timore, Il bimbo assiderato, Tutta ravvolta ne lo scialle stinto, Dolorosa di fame, Giunse al Notturno Asil, bruto sospinto Da l’ansia d’uno strame: E per la carit

Terra! terra! abbiamo toccato il suolo della chiesa: all'ultimo gradino ci sentiamo piccini, come profondati, giù nel tenebrore: camminiamo, e il passo ci sembra pesante, lo spazio per il piede troppo, per l'occhio poco, e giungiamo al cimitero. Con un movimento spontaneo si d

Galoppa il mio pensier per monte e piano, Come Mazeppa sul caval fumante. Un enigma son io d’odio e d’amore, Di forza e di dolcezza; M’attira de l’abisso il tenebrore, Mi commovo d’un bimbo alla carezza. Quando per l’uscio de la mia soffitta Entra sfortuna, rido; Rido se combattuta o derelitta, Senza conforti e senza gioie, rido.