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Una viragine dagli occhi scintillanti, pallide le guance, i capelli rossi scarmigliati e sciupata tutta nei panni, viene fuori furibonda. Ella batte forte dei piedi al suolo, si contorce, digrigna, poi con voce ammezzata e sorda, evocata dal fondo del petto come dall'imo di caverna, pronunzia: Quando le rocce grondan sudore Viene il giudizio, viene il Signore: Ma infallibile segno poi sar

Il Conte si drizzò su le ginocchia intendendo a quello che era, e vide un corpo umano ignudo con la faccia coperta da un bosco di capelli scarmigliati, e intrisi di sangue: in mezzo al petto gli usciva fuori un manico di pugnale, e dalla ferita aperta gli spicciava perenne un rivo di sangue.

Hai la testa scoperta e i capegli scarmigliati, il guarnellino procacemente discinto, la veste a strappi: sei tutta polverosa e spensierata.... Anche tu somigli a quella sdegnosissima patrizia che appoggiava le spalle alla colonna del terrazzo marmoreo. Chi sei? Che cosa vendi? Marchesa, le restituisco l'albo e il pince-nez.

Venuta la sera, dopo aver preso abbondante ristoro, si ridussero essi tre presso un gran fuoco, acceso in una spaziosa sala adorna d'armi e dipinti antichi, e quivi Falco e Sarbelloni, vuotando di quando in quando le tazze, riandando gli eventi della pugna, si congratulavano seco medesimi della vittoria, scagliando imprecazioni contro il nemico, e invitando all'allegria Gabriele che si mostrava mesto e pensoso. Quand'erano più caldi in que' ragionamenti s'intese battere a colpi replicati la porta: alcuni uomini d'armi del drappello che stava in un camerone inferiore, accorsi a vedere chi fosse, vennero frettolosi nella sala ad annunziare essere un frate che chiedeva con molta istanza di parlare ai Capitani del Medici. Questi ordinarono entrasse, e Falco, riconosciuto in esso lui frate Andrea della Casa dei Malati in Nesso, sentì un gelo scorrergli per l'ossa, chè paventò un tristo annunzio, e non s'ingannò; poichè appena entrato quel frate, che aveva la barba ed i capegli scarmigliati, lacera e tutta bagnata la tunica, mostrando la spossatezza di chi ha fatto lungo e disastroso cammino, disse con voce tremante agli atterriti Capitani, che una banda di nemici giunti improvvisamente in Nesso aveva cercato di penetrare nella Rocca, al che si opposero a viva forza i terrazzani: ma che comparve col

Primo fra questi fu il Pellicione che, discinto e coi capegli scarmigliati, balzato dal letto, discese impugnando la sua lunga spada, ed a capo d'un drappello di guardie munite di fiaccole e d'archibugi salì rapidamente per la scala della torre al baluardo. Vi ascesero ben tosto da diverse parti anche Alvarez Carazon, Sarbelloni e il Bologna con molti altri soldati provveduti di lumi e d'armi.

Seguivano alcuni servi di casa vestiti magnificamente a lutto, con torcie accese. Non senza dolore misto a maraviglia poteva osservarsi, come le vesti dei famigli fossero troppo meglio in punto, che quelle di Giacomo e di Bernardino: segnatamente di Giacomo, squallido così, da disgradarne il più povero gentiluomo di Roma. Scarmigliati aveva i capelli, lunga la barba, le maniche e il colletto luridissimi: portava bassa la faccia umiliata, la fronte aveva rugosa, le guance pallide e macilenti: dagli occhi accesi versava lacrime amare, e gli si vedeva il palpito del cuore di sopra il farsetto. Dal suo volto tralucevano due passioni contrarie: piet

Adriana si era levata ed avvolta ancora nell'accappatoio da notte, coi capelli disciolti, scarmigliati, passò nel suo spogliatoio e sedette dinanzi all'alto specchio, attendendo la cameriera che venisse a pettinarla.

Vedemmo lontano, davanti a noi, un gran nuvolo di polvere, e pochi momenti dopo fummo circondati da una turba di trecento selvaggi a cavallo, verdi, gialli, scarlatti, bianchi, violetti, cenciosi, scarmigliati, ansanti, che pareva che venissero da una mischia. In mezzo al fitto polverìo che ci avvolgeva, vedemmo il loro Governatore, un gigante con lunghi capelli e gran barba nera, seguito da due vicegovernatori canuti, armati tutti e tre di fucile, avvicinarsi all'Ambasciatore, stringergli la mano e sparire. Subito dopo cominciarono le cariche, gli urli e le fucilate. Parevano frenetici. Sparavano fra le gambe delle nostre mule, sopra la nostra testa, rasente le nostre spalle. Visti da lontano, dovevan sembrare una banda d'assassini che ci assalisse. V'eran dei vecchi formidabili con lunghe barbe bianche, ridotti a ossa e pelle; ma che parevan fatti per resistere ai secoli. V'eran dei giovani con lunghissime ciocche di capelli neri che ondeggiavano al vento come criniere. Molti avevano il petto, le gambe e le braccia nude, turbanti in brandelli e cenci rossi attorcigliati intorno al capo; caic laceri, selle disfatte, briglie di corda, sciabolaccie e pugnali di forme strane. Le faccie poi! È assurdo, diceva il comandante, facendo la caricatura di don Abbondio, è assurdo il supporre che questa gente possa fare il sacrifizio di non ucciderci! Ognuna di quelle faccie raccontava una storia di sangue. Ci guardavano passando, colla coda dell'occhio, come per nasconderci l'espressione del loro sguardo. Cento ci venivan dietro, cento a destra, cento a sinistra, sparsi per i campi a grande distanza. Questa guardia dai lati era nuova per noi; ma non tardò ad essere giustificata. Più andavamo innanzi, più spesseggiavano le tende nella campagna, fin che passammo in mezzo a veri villaggi circondati di fichi d'India e d'aloé. Da tutte queste tende accorrevano arabi, vestiti d'una semplice camicia, a gruppi, a piedi, a cavallo, in groppa agli asini, due, persino tre sopra una sola cavalcatura; le donne coi bimbi appesi alle spalle, i vecchi sostenuti dai ragazzi, tutti affannati, smaniosi di vederci, e forse non di vederci soltanto. A poco a poco ci fu intorno un popolo. Allora i soldati della scorta cominciarono a disperderli. Si slanciarono al galoppo di qua e di l

Se per avventura i capelli fussero scarmigliati over alcuno uscisse fuor dell'ordine delle trecce, o qualche festuca le fusse rimasta attaccata alla gonna, che per trascuraggine di chi l'ha spazzata la veste vi fusse restata, non per questo biasmate lei.

Eran la più parte seminudi, macilenti, colle camicie che cadevano a brani, coi capelli scarmigliati e polverosi, orribili a vedersi; mi pareva d'esser Don Rodrigo in mezzo alla folla degli appestati in quel famoso sogno della notte d'agosto. Che vuole questa gente? mi domandavo; dove mi son lasciato condurre? Come uscirò di qui? Provavo quasi un senso di paura e guardavo intorno con inquietudine.