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Come la fronda che flette la cima nel transito del vento, e poi si leva per la propria virtu` che la soblima, fec'io in tanto in quant'ella diceva, stupendo, e poi mi rifece sicuro un disio di parlare ond'io ardeva. E cominciai: <<O pomo che maturo solo prodotto fosti, o padre antico a cui ciascuna sposa e` figlia e nuro,

R ecativi 'l in braccio, o belle ninfe, E d a la dea portandolo direte: M adonna, dentro le muschiate linfe O fferto s'è costui nel nostro rete: T egnamolo qui nosco, se 'l vi pare, I donio testimon, quando che v'abbia S empre a lodar ne l'amorosa rabbia. O dissi allor, o di vaghezza fiore, C hi mi porge la stola ond'io mi copra?

No. Aspettateme qui: dateme, i libri Che non bisogna meco, vengi alcuno S'io vo' che altrui, dil gran mal, me delibri Per ch'io faccio ond'io vo', l'aer bruno Che animal non v'è al mondo, feroce Che stando l

NER. Ad alto fine in marital legame c'ebber congiunti i genitori nostri fin da' piú teneri anni. Ognora poscia docil non t'ebbi al mio volere in opre, quanto in parole: assai gran tempo io 'l volli soffrir; piú forse anco il soffria, se madre di regal prole numerosa e bella fossi tu stata almeno; ond'io ne avessi ristoro alcun di affanni tanti.

ond'io levai le mani inver' la cima de le mie ciglia, e fecimi 'l solecchio, che del soverchio visibile lima. Come quando da l'acqua o da lo specchio salta lo raggio a l'opposita parte, salendo su per lo modo parecchio a quel che scende, e tanto si diparte dal cader de la pietra in igual tratta, si` come mostra esperienza e arte;

Ond'io a lui: <<Domandal tu ancora di quel che credi ch'a me satisfaccia; ch'i' non potrei, tanta pieta` m'accora>>. Percio` ricomincio`: <<Se l'om ti faccia liberamente cio` che 'l tuo dir priega, spirito incarcerato, ancor ti piaccia di dirne come l'anima si lega in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, s'alcuna mai di tai membra si spiega>>.

Son due nomi greci; e Filemone vuol dir l'amante, e Bauci vuol dir la vezzosa, la graziosa, e simili altre delicatezze femminee. O Damiano! quante cose sai tu! Ti pare? Certo, so quasi tutte le inutili; e delle veramente utili una sola. Ah ? sentiamola un po'? Amarti. Non sono Filemone? E bada, bambina, Filemone vuol anche dire accarezzante. Ond'io, se vorrai tener quella mano a posto....

Poco portai in la` volta la testa, che me parve veder molte alte torri; ond'io: <<Maestro, di', che terra e` questa?>>. Ed elli a me: <<Pero` che tu trascorri per le tenebre troppo da la lungi, avvien che poi nel maginare abborri. Tu vedrai ben, se tu la` ti congiungi, quanto 'l senso s'inganna di lontano; pero` alquanto piu` te stesso pungi>>.

e <<Se tanto labore in bene assommi>>, disse, <<perche' la tua faccia testeso un lampeggiar di riso dimostrommi?>>. Or son io d'una parte e d'altra preso: l'una mi fa tacer, l'altra scongiura ch'io dica; ond'io sospiro, e sono inteso dal mio maestro, e <<Non aver paura>>, mi dice, <<di parlar; ma parla e digli quel ch'e' dimanda con cotanta cura>>.

Cosi` quel lume: ond'io m'attesi a lui; poscia rivolsi a la mia donna il viso, e quinci e quindi stupefatto fui; che' dentro a li occhi suoi ardeva un riso tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo de la mia gloria e del mio paradiso. Indi, a udire e a veder giocondo, giunse lo spirto al suo principio cose, ch'io non lo 'ntesi, si` parlo` profondo;