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Altri ebber ricovero a Strasburgo, fra cui Paolo Lazise di Verona, profondo nelle tre lingue dotte e che vi fu professor di greco, Girolamo Massari di Vicenza che vi insegnò medicina e descrisse un processo dell'Inquisizione romana, e sebben non avessero Chiesa, si univano in assemblea particolare, diretta da Girolamo Zanchi che col

come il glorioso Matteo appostolo lassò le grandi ricchezze saltando il banco, e seguitò la mia Veritá, che v'insegnò il modo e regola, insegnandovi amare e seguitare questa povertá. E non ve la insegnò solamente con parole, ma con exemplo; unde, dal principio della sua nativitá infino a l'ultimo della vita sua, in exemplo v'insegnò questa doctrina.

Il sentimento di quanto doveva a stessa, trattenne le sue lagrime, e le insegnò a dissimulare parte della gioia e del dolore, che facevano il più fiero contrasto nel fondo del suo cuore. Si alzò, ringraziollo della sua attenzione, salutò Teresa, e volle andarsene. Valancourt, svegliato come da un sogno, la supplicò umilmente di accordargli un momento d'attenzione. Il cuore d'Emilia perorava forte in favor suo; ma ebbe il coraggio di resistere, e non badando neppure alle suppliche di Teresa, che la pregava di non esporsi sola in tempo di notte, aveva gi

Ti piaceran le donzelle d'onore di quelle principesse della corte, non mica vaghe del far all'amore, ma ingravidate senz'aver consorte? Mille garbugli infami di scrittore, che tutto guarda colle luci torte, e ad ogni mal facilita la via, dicendo: Insegno la filosofia.

Tale è il modo con cui la natura insegnò a que' di Nebiolo a supplire all'arte, e pone tanta squisitezza in questo cibo, che quegli uomini ingenui sporgendomelo, m'accertavano essere assai più saporito di quello che si ministra alle mense cittadine. Assaggiandolo lo innaffiai d'una lagrima, perchè sentiva la sublimit

Dimmi, chi ti insegnò queste cose, o lettore? La tua scienza tanto sottile, tanto astuta, tanto fine, dove l'hai trovata?

Il mormorio delle acque, per l'uomo che sta in procinto di annegarsi, percuote i sensi sublimati dalla morte imminente; vario, distinto, moltiplice a guisa degli effluvii che si spandono dalla famiglia infinita dei fiori. Su la cima delle onde gli si affacciano forme aeree che guizzano, scivolano, si tuffano, tornano a galla, si baciano abbracciandosi, o prendendosi per mano menano balli voluttuosi; accolte nel cavo delle mani le chiare acque, gliele spruzzano in volto invitandolo con sorrisi e con cenni. È questa illusione di mente inferma, o gli elementi vanno abitati da spiriti misteriosi, che camminandoci al fianco ci sussurrano alle orecchie le buone, o le cattive determinazioni? Omero ci rappresenta dee e numi, invisibili consiglieri degli eroi. A Socrate sapientissimo pareva sentirsi un demone nel seno. Nelle sacre carte occorrono e pitonesse, e larve, e genii malefici, e angioli amorosi. Il Tasso porgeva ascolto al suo genio familiare. Sacrobosco insegnò le sfere sotto la luna andare popolate di spiriti, e Cecco di Ascoli, ai tempi dell'Alighieri, propagò siffatta dottrina. Milton favella di voci arcane, che si odono fra il cielo e la terra; al fato e ai genii prestarono fede Mozart, Napoleone, Byron ed altri infiniti, così antichi come moderni. Nella Irlanda, paese cattolico per eccellenza, non vi ha famiglia che non possieda una Bauskie, o spirito, di cui lo ufficio si assomiglia a quello della Nonna sanguinosa, e di Meleusina. Meleusina era una larva, che compariva sopra i torrioni del castello dei Lusignano, quando alcuno di cotesta casata doveva morire. Follìe! Io non vi parlerò dei Mesmerismo, dello Illuminismo, e di altre cose siffatte, alle quali i nostri padri, dopo Voltaire e la Enciclopedia, posero piena credenza. Vi narrerò la cena di Cazotte, attestata da testimoni gravissimi. La rivoluzione di Francia si approssimava, e gli uomini destinati a sostenere in quella una parte distinta raccolti a mensa parlavano del regno della ragione, e della felicit

Sant'Aubert coltivò il suo spirito con estrema cura. Le comunicò una tintura delle scienze, ed una esatta cognizione della più squisita letteratura. Le insegnò il latino e l'italiano, desiderando che potesse leggere i sublimi poemi scritti in queste due lingue. Annunziò essa, fino dai primi anni, un gusto deciso per le opere di genio, a questi principii aumentavano il diletto e la soddisfazione di Sant'Aubert. Uno spirito coltivato, diceva egli, è il miglior preservativo al contagio del vizio e delle follie: uno spirito vuoto ha sempre bisogno di divertimenti, e s'immerge nell'errore per evitare la noia. Il movimento delle idee, forma, della riflessione, una sorgente di piaceri, e le osservazioni fornite dal mondo medesimo, compensano i pericoli delle tentazioni ch'esso offre. La meditazione e lo studio sono necessarie alla felicit

Solo un sentimento di ribrezzo, più forte di ogni altro, che quasi superava il primo, la tratteneva, la disperava, le faceva nascondere il volto tra le coltri per non esser degno di luce. Essa!... era stata l'ancella d'un nemico del genere umano! E tali sembravano a lei oggi i settari del Sanfedismo! Accenno, ma non insegno.

Marco la esaminò attentamente; quel turbamento accrebbe i suoi sospetti; poi: La conosco, la conosco.... cioè so quanto me ne diceste voi.... So ch'ella è figlia d'un guerriero di ventura; sorella ad un altro guerriero di ventura, Federico di Chiarofonte.... Una volta ciò poteva bastarmi, ora no.... Io non ho più vent'anni.... L'esperienza, che feci degli uomini, mi insegnò a diffidare di tutto ciò che è oscuro.