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questi genii in fasce Pensan che l'avvenire Non spetta a ognun che nasce, Ma a chi non dee morire. Della morte il pensiero Non mi sgomenta affatto, Gi

Nel tuo seno sono convenuti, è vero, i due genii malefici all'umanit

Freme dei Genii ancor l'ultimo accordo e le rose dei prati apron li stoma: nuovi fior, nuovi canti e nuovi aroma! Buona notte, Signor, l'aerea chiostra si spalanca alla luce ed al dolore...

E vi è nella vita e nella storia una posizione più tragica di tutte quelle trovate dall'istinto artistico, nella quale periscono i grandi uomini indarno preparati dalla natura ai grandi avvenimenti. Non è vero, non è possibile nemmeno come ipotesi che i massimi genii sieno soli e un tegolo caduto per caso sulla testa di un ragazzo, che si chiamava Cesare o Napoleone, potesse arrestare o deviare la storia del mondo. Bisogna che nel disegno della storia molti individui fossero capaci di quella stessa funzione, nella quale uno solo appare per ragione di unit

Strano vocío dagli ùteri Uscia: «noi siam poeti.... Noi siam dell'arte i genii... Largo agli illustri feti! Le eccelse vie si sgombrino Alla divina prole! Notte voi siete e báratro, Noi vi rechiamo il sole» Iddio vi assista! e plausi, E gloria al mondo avrete; Ma prima, questa grazia Fateci almen: nascete! Desiderasti mai la donna d'altri? È un orribil peccato Diceva al penitente un buon curato.

Oh portento! Noi siam dell'Ora strana i sospiri e moriam come sia il giorno. O Luna, o bella Luna, non calare!... Zitti: i Genii risurgon dalle rose ed il prato assomiglia a un verde altare, steso alle vaghe vittime amorose.

Tonino aveva giurato di comporre un sonetto nella occasione del matrimonio, e andò tosto a chiudersi in camera; ma... non si nasce mica un Petrarca! pensò; e modificando l'idea si decise per l'Ode. Poi... caspita! non si nasce mica facilmente un Parini, un Giusti o un Leopardi! son genii quelli. Un Tonino Grim * non aveva gi

I campi celebri di Maratona co' loro tumulti notturni che la fervida poetica immaginazione de' pastori dell'Attica narrava anche in tempi remoti alla stupenda battaglia dell'indipendenza greca quei superbi campi e quei fatti gloriosi ebbero la fortuna d'esser cantati da due dei più potenti genii poetici che abbia prodotto il mondo: Byron e Foscolo.

Per poco, seguimi ancora e rendimi servizio. Exeunt. Davanti alla grotta di Prospero. Entrano PROSPERO vestito con la sua veste magica ed ARIELE. Ora i disegni miei giungon la meta, non falliscon gl'incanti, i genii tutti m'obbediscono e il tempo alto nel cielo col suo carro s'inoltra. Come è il giorno? Prossimo all'ora sesta.

Nel turbinìo dell'assalto, della fuga, e della persecuzione, io vidi avvolgersi sempre fra i primi le due incantevoli creature. E per un momento trasportato dal calore della pugna, e dal fascino della bellezza, mi sembrò d'esser lanciato in quei tempi eroici ove i genii e le dee presiedevano agli eventi delle battaglie.