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Il Foscolo faceva credere che il Monti lo evitasse per timore di compromettersi, a motivo del suo carattere indipendente; è dunque assai possibile che ne' suoi colloquii degli anni 1804 e 1805 col Foscolo il Manzoni abbia udito più volte giudicare il Monti severamente.

Se bene a molti rechi oramai gran tedio che si parli ancora nel mondo del Manzoni, e tra i molti i più siano persuasi che sopra un tale argomento, da essi chiamato giustamente eterno, non ci sia più nulla di nuovo da dire, dovendo io tener discorso intorno ad un nostro moderno scrittore, innanzi ad un'eletta d'Inglesi, presso i quali da Giuseppe Baretti ad Ugo Foscolo, da Ugo Foscolo a Gabriele Rossetti, da Gabriele Rossetti a Giuseppe Mazzini, per tacere degli onorati viventi che hanno insegnato od insegnano tuttora la letteratura italiana in Inghilterra, le nostre lettere da un secolo in qua furono sempre coltivate con amore, io non ho saputo trovare alcun tèma non solo più nobile, ma più nuovo del Manzoni. Non sorridete, o Signori. Io so bene che gli stranieri, i quali hanno fatto i loro primi, in verit

Era la prima lotta che imprendevamo coi governucci che smembravano la povera Patria, e il senso di quella lotta ci crebbe l'ardire. Le tendenze politiche si rivelarono in quel secondo Giornale nel quale scrittori più assidui eravamo Guerrazzi, Carlo Bini ed io più esplicito e quasi senza velo. Parlammo di Foscolo, al quale, tacendo degli altri meriti, gl'Italiani devono riverenza eterna per avere egli primo cogli atti e gli scritti rinvigorito a fini di Patria il ministero del Letterato dell'Esule, poema di Pietro Giannone, allora proscritto, di fede incorrotta, ch'io imparai più tardi a conoscere ed a stimare di Giovanni Berchet delle cui poesie, magnifiche d'ira italiana, moltiplicavamo allora noi studenti le copie e che mi toccò di vedere nel 1848 immiserito tra patrizî moderati e cortigiani regî in Milano. Osammo tanto, che l'intormentito Governo Toscano, compito l'anno, c'intimò di cessare. E cessammo. Ma quei due giornali avevano intanto raggruppato un certo numero di giovani potenti di una vita che volea sfogo; avevano toccato efficacemente nell'anime corde che fin allora giacevano mute; avevano e questo era il più provato ai giovani che i Governi erano deliberatamente avversi a ogni progresso e che libert

La scoperta dei frammenti smarriti ridestò in essi tutti un ardore di ricerca che fruttò all'Italia dapprima il volume di scritti politici d'Ugo Foscolo ch'io pubblicai in Lugano, poi l'edizione fiorentina delle opere diretta con intelletto d'amore dall'Orlandini. Manca una vita ch'io m'era assunto di stendere e che pur troppo mi fu vietata dalle circostanze e da cure diverse.

E così avrebbe certamente, con lo ingegno che aveva sortito prontissimo, divisato tutte le sentenze, che l'Abbate di San Cirano, Robeck, Rousseau, Goethe, Ugo Foscolo, ed altri infiniti, hanno mosso in favore del suicidio, e forse avrebbe anch'egli concluso col darsi la morte, argomento che non ammette ragione in contrario, dove una voce sonora non gli avesse percosso le orecchie, gridando: «Rammentatevi di vostro padreRogiero trasalì, si guardò spaventato d'attorno, percorse i luoghi circostanti; non traccia, non vestigio di umana creatura.

Darei la testa nel muro al pensare che la prima donna da me amata era una seconda donna! Invertirei di tal guisa una sentenza di Foscolo: * D

Nell'anno 1832 (il Camerini afferma nel 1831) troviamo l'Azeglio stabilito in propria casa con la figlia primogenita di Alessandro Manzoni, la Giulia, che ebbe per padrino il Fauriel, divenuta sua moglie, intento a dipinger quadri e a limare il Fieramosca. "Le lettere (egli scrive ne' Miei Ricordi) erano rappresentate in Milano da Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi, Torti, Pompeo Litta, ec. Vivevano fresche memorie dell'epoca del Monti, Parini, Foscolo, Porta, Pellico, di Verri, di Beccaria; e per quanto gli eruditi od i letterati viventi menassero quella vita da , trincerata in casa ed un po' selvaggia, di chi non ama d'esser seccato, pure a volerli, e con un po' di saper fare, c'erano, e si poteano vedere, Io mi trovavo portato in mezzo a loro come genero di Alessandro Manzoni; conoscevo tutti, ma mi ero specialmente dimesticato con Tommaso Grossi, col quale ebbi stretta ed inalterata amicizia sino alla sua pur troppo precoce morte. A lui ed a Manzoni specialmente, desideravo di mostrare il mio scritto e chiedere consigli, ma di nuovo mi era presa la tremarella, non più pittorica, ma letteraria. Pure bisognava risolversi, e mi risolsi; svelai il mio segreto, implorando pazienza, consiglio e non indulgenza. Volevo la verit

Ed io ero incerto se dovessi continuar la battaglia o ripiegare dinanzi al numero. Ma ora che tu m'hai parlato cosí, io stimo piú il giudizio tuo che non quello di tutti gli altri presi in fascio. E voglio gagliardamente combattere, parola per parola, senza ripiegar d'un pollice. Foscolo Pessimo divisamento mi sembra il tuo, figliuolo.

E incominciai da Ugo Foscolo. tedierò adesso il lettore narrandogli come, sviluppando un piano di Wells, potei giungere, nel regno delle ombre, a quel Grande. Ma della fedelt

Io Quelle che l'amico mio chiama «i fatti di casa del mondo antico». Foscolo Fa' conto che sian quelli. Addio. Io No, resta un momento. Ed anche allora gli Italiani avevano lo stolto ossequio d'oggi per i filologi d'Alemagna? Foscolo Figúrati! Io Lasciamo anche i tedeschi. Dimmi.