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Foscolo Mai no. «Non v'è molto da meravigliarsi che la facolt

Talvolta anzi è così povero di poesia, che è costretto a comprarla o a prenderla in prestito. Fra gli altri ho conosciuto un poetico giovanotto, di cui ebbi occasione di leggere le lettere, che scriveva alla fidanzata. Erano letteralmente copiate dal Foscolo e dal Goethe. Meno male che la sposa non aveva mai letto Jacopo Ortis il Werther.

Il Manzoni dovea essere tornato da Pavia meno entusiasta del Monti che non fosse quando vi si era recato: ne' litigi letterarii che il Monti ebbe col Foscolo, il Manzoni non parteggiò forse per alcuno, ma probabilmente ascoltò più volentieri il poeta più indipendente.

Foscolo Il testo, il testo! Sii pur certo che quanto piú ci allontaniamo dal nostro grande Umanesimo, tanto piú i testi si corrompono ed imbarbariscono. Rammenti che cosa intervenne a me, quando volli tradurre la Chioma di Berenice? «In tanta battaglia ed incertezza di lezione, mi rifuggii alla piú antica, ove non riuscisse inintelligibile e assurda; prendendomi per esemplare l'edizione principe, e quella dell'et

Conosco pochissimi romanzi: e li ho letti assai tardi: a venticinque e ventisei anni non hanno lasciato traccia su me, li leggevo, come li avrebbe letti un presidente di Tribunale. Leggendo Young, Foscolo, Leopardi, Goëthe, Byron, Heine, Rousseau... dicevo a me stesso «che teste bizzarre!» e pensavo: è più utile un ingegnere che un poeta pazzo.

A lui per il primo non parve affatto, poichè incominciò un giorno dal chiamarsi timidamente, e come per via d'esperimento, Nicolò Ugo Foscolo; indi, buttata la parte inutile, trovò la vera armonia del suo nome, «Ugo Foscolo», cinque sillabe che non morranno mai più.

Nel passo citato del Sermone manzoniano, ove si difende l'Alfieri contro i Metastasiani, è forse un'eco dei battibecchi letterarii fra il Monti ed il Foscolo: il Monti chiamò poi sacrilegio epico la traduzione alfieriana dell'Eneide, e non ebbe tutti i torti.

Dopo le Speranze d'Italia lesse una raccolta di poesie patriottiche, del Berchet, del Foscolo, del Manzoni. Imparò a mente i cori del Conte di Carmagnola, e la sera li ripeteva tra nel silenzio del dormitorio buio, e si addormentava mormorando con fervore quei canti di guerra. Erano le sue preghiere.

Rimando il lettore alle osservazioni di Ugo Foscolo intorno al modo di tradurre il cenno di Giove in Omero. Cosí s'intende un poeta: e non gi

Il Foscolo penetra dentro al cervello del solenne e dissimulato politico, e mette in luce le vere ragioni che lo condussero a quel passo. Di voi pastor s'accorse il Vangelista, Quando colei, che siede sovra l'acque, Puttaneggiar co' regi un fu vista. DANTE, Inferno, C. XIX; e Apocalisse, Cap. 17.